Per come è stato configurato dall’elaborazione dottrinale, dalla giurisprudenza e dalle rivendicazioni politiche e sociali, il principio di eguaglianza presenta un elevato grado di duttilità, potendo essere modellato – nei diversi sistemi giuridici – in maniera articolata. Alcuni fenomeni sociali mettono alla prova l’elasticità di tale precetto, nel senso che ne rendono difficile l’applicazione e talvolta perfino dubbia l’applicabilità. La tensione maggiore è probabilmente causata da quelle misure, tradizionalmente denominate “azioni positive”, che i legislatori adottano allo scopo di rimuovere gli ostacoli, o di compensare gli svantaggi, che una determinata categoria sociale, ritenuta sfavorita, subisce di fatto nella società. Già dal punto di vista ideologico misure di questo tipo provocano dibattiti molto accesi. In effetti, non sono mancate prese di posizione che bollano di ingiustizia e di illogicità il ricorso a dette misure che, secondo questa opinione, al fine apparente di promuovere l’eguaglianza creerebbero, in realtà, disparità di trattamento ingiustificate (c.d. reverse discrimination). Ovviamente, tale prospettiva è respinta da chi vede nel sostegno alle categorie svantaggiate un modo efficace e concreto per rendere piena ed effettiva l’eguaglianza tra consociati, nonché uno strumento utile per riorientare la società verso un modello plurale. Le tensioni in campo non si limitano tuttavia a confronti di natura ideologica, ma assumono una connotazione che è anche giuridica. In effetti, l’individuazione del fondamento e dei limiti delle azioni positive è questione assai dibattuta che ha trovato solo in parte risposte condivise. Proprio sull’individuazione di tali limiti la giurisprudenza delle Corti costituzionali e delle Corti Supreme è stata a lungo impegnata, sia nel sistema giuridico degli Stati Uniti d’America che negli ordinamenti (interni e sovranazionali) europei. I contributi che compongono il volume si concentrano sulle questioni sociali, giuridiche e filosofiche sollevate dal fenomeno delle azioni positive. Rispetto alle opere che hanno già trattato il tema, il presente lavoro utilizza più chiavi di lettura, tra loro complementari, di tale fenomeno storico, giuridico e sociale.

L’eguaglianza alla prova delle azioni positive, Introduzione

SPITALERI, FABIO
2013-01-01

Abstract

Per come è stato configurato dall’elaborazione dottrinale, dalla giurisprudenza e dalle rivendicazioni politiche e sociali, il principio di eguaglianza presenta un elevato grado di duttilità, potendo essere modellato – nei diversi sistemi giuridici – in maniera articolata. Alcuni fenomeni sociali mettono alla prova l’elasticità di tale precetto, nel senso che ne rendono difficile l’applicazione e talvolta perfino dubbia l’applicabilità. La tensione maggiore è probabilmente causata da quelle misure, tradizionalmente denominate “azioni positive”, che i legislatori adottano allo scopo di rimuovere gli ostacoli, o di compensare gli svantaggi, che una determinata categoria sociale, ritenuta sfavorita, subisce di fatto nella società. Già dal punto di vista ideologico misure di questo tipo provocano dibattiti molto accesi. In effetti, non sono mancate prese di posizione che bollano di ingiustizia e di illogicità il ricorso a dette misure che, secondo questa opinione, al fine apparente di promuovere l’eguaglianza creerebbero, in realtà, disparità di trattamento ingiustificate (c.d. reverse discrimination). Ovviamente, tale prospettiva è respinta da chi vede nel sostegno alle categorie svantaggiate un modo efficace e concreto per rendere piena ed effettiva l’eguaglianza tra consociati, nonché uno strumento utile per riorientare la società verso un modello plurale. Le tensioni in campo non si limitano tuttavia a confronti di natura ideologica, ma assumono una connotazione che è anche giuridica. In effetti, l’individuazione del fondamento e dei limiti delle azioni positive è questione assai dibattuta che ha trovato solo in parte risposte condivise. Proprio sull’individuazione di tali limiti la giurisprudenza delle Corti costituzionali e delle Corti Supreme è stata a lungo impegnata, sia nel sistema giuridico degli Stati Uniti d’America che negli ordinamenti (interni e sovranazionali) europei. I contributi che compongono il volume si concentrano sulle questioni sociali, giuridiche e filosofiche sollevate dal fenomeno delle azioni positive. Rispetto alle opere che hanno già trattato il tema, il presente lavoro utilizza più chiavi di lettura, tra loro complementari, di tale fenomeno storico, giuridico e sociale.
2013
9788834879481
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