Nonostante l’accresciuto interesse registrato negli ultimi anni per gli usi specialistici dell’italiano contemporaneo, è notevole la penuria di studi che riguardano uno dei settori economici considerati più rappresentativi del cosiddetto “made in Italy”: quello della moda. È possibile che la spiegazione di tale lacuna sia da ricercarsi nella doppia natura dei testi riconducibili alla produzione e vendita di vestiti e accessori, divisi tra il sottocodice vero e proprio, utilizzato per la descrizione “tecnica” di tessuti, disegni e materiali, e la modalità d’uso della lingua, riconducibile alla necessità di magnificare e pubblicizzare i prodotti presso il grande pubblico. Fatto sta che, dopo un momento di grande attenzione da una prospettiva semiotica, con le ben note analisi condotte da Roland Barthes (1970), pochi sono stati gli studiosi italiani che si sono occupati da un punto di vista prettamente linguistico dell’assetto contemporaneo dell’italiano della moda (Sullam Calimani 1991; Calligaro 1997; Russo 2009). Eppure, questa varietà sembra essere un canale privilegiato per l’ingresso e la diffusione di tecnicismi, forestierismi, neoformazioni e modalità espressive all’interno della comunità dei parlanti. Il contributo proposto rende conto dell’analisi di un corpus di oltre 300.000 occorrenze comprendenti 700 articoli di lunghezza variabile pubblicati nelle versioni online di testate specialistiche (es. vogue.it, grazia.it) o generaliste (es. ilsole24ore.com), comunque concernenti vari aspetti legati all’industria della moda. Lo studio ha riguardato tratti linguistici ricorrenti a livello di lessico (modalità di accoglimento dei forestierismi, con la conferma del sorpasso dell’inglese sul francese anche in questo settore; convivenza di prestiti di lusso in funzione connotativa e prestiti di necessità in funzione denotativa; pseudoforestierimi; unità lessicali superiori e collocazioni), morfologia (preponderanza dei sostantivi e funzione degli alterati; aggettivazione e uso dei possessivi), sintassi (paratassi e giustapposizione; stile nominale e interrogative retoriche) e testualità (uso enfatico dei titoli). Si conferma la tendenza a uno sfruttamento molto creativo e originale delle risorse linguistiche, che rispecchia la doppia funzione (informativa e conativa) dei testi che illustrano prodotti e atti vità economiche dell’industria della moda in Italia
L’italiano della moda tra tecnicismo e pubblicità
ONDELLI, STEFANO
2014-01-01
Abstract
Nonostante l’accresciuto interesse registrato negli ultimi anni per gli usi specialistici dell’italiano contemporaneo, è notevole la penuria di studi che riguardano uno dei settori economici considerati più rappresentativi del cosiddetto “made in Italy”: quello della moda. È possibile che la spiegazione di tale lacuna sia da ricercarsi nella doppia natura dei testi riconducibili alla produzione e vendita di vestiti e accessori, divisi tra il sottocodice vero e proprio, utilizzato per la descrizione “tecnica” di tessuti, disegni e materiali, e la modalità d’uso della lingua, riconducibile alla necessità di magnificare e pubblicizzare i prodotti presso il grande pubblico. Fatto sta che, dopo un momento di grande attenzione da una prospettiva semiotica, con le ben note analisi condotte da Roland Barthes (1970), pochi sono stati gli studiosi italiani che si sono occupati da un punto di vista prettamente linguistico dell’assetto contemporaneo dell’italiano della moda (Sullam Calimani 1991; Calligaro 1997; Russo 2009). Eppure, questa varietà sembra essere un canale privilegiato per l’ingresso e la diffusione di tecnicismi, forestierismi, neoformazioni e modalità espressive all’interno della comunità dei parlanti. Il contributo proposto rende conto dell’analisi di un corpus di oltre 300.000 occorrenze comprendenti 700 articoli di lunghezza variabile pubblicati nelle versioni online di testate specialistiche (es. vogue.it, grazia.it) o generaliste (es. ilsole24ore.com), comunque concernenti vari aspetti legati all’industria della moda. Lo studio ha riguardato tratti linguistici ricorrenti a livello di lessico (modalità di accoglimento dei forestierismi, con la conferma del sorpasso dell’inglese sul francese anche in questo settore; convivenza di prestiti di lusso in funzione connotativa e prestiti di necessità in funzione denotativa; pseudoforestierimi; unità lessicali superiori e collocazioni), morfologia (preponderanza dei sostantivi e funzione degli alterati; aggettivazione e uso dei possessivi), sintassi (paratassi e giustapposizione; stile nominale e interrogative retoriche) e testualità (uso enfatico dei titoli). Si conferma la tendenza a uno sfruttamento molto creativo e originale delle risorse linguistiche, che rispecchia la doppia funzione (informativa e conativa) dei testi che illustrano prodotti e atti vità economiche dell’industria della moda in ItaliaFile | Dimensione | Formato | |
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