Alla metà del '400 il celebre umanista Flavio Biondo negò le antiche origini della città di Udine, attribuendo la sua fondazione al secolo XII. Gli si oppose il suo corrispondente friulano Giacomo da Udine, che inserì nel dibattito umanistico la leggenda medievale della fondazione del castello di Udine da parte di Attila. Nel tardo '400 la disputa erudita si intrecciò con le sanguinose lotte tra le fazioni friulane dei Zamberlani e degli Strumieri, che sostenevano rispettivamente Udine e Cividale nella competizione per il primato provinciale (sotto la dominazione di Venezia). Furono coinvolti nella discussione famosi esponenti della storiografia umanistica, come Marcantonio Sabellico e Bernardo Giustinian, oltre agli umanisti friulani N. Canussio (che dimostrò su basi archeologiche l'antichità di Cividale)., A. Franceschinis, Jacopo di Porcia e Giovanni Candido. Nell'età della Controriforma la disputa si allargò al contrasto giurisdizionale fra la città di Udine e i feudatari friulani e alle precedenze ecclesiastiche fra i capitoli friulani. G. D. Salomoni sostenne la preminenza e l'antichità di Udine con argomentazioni ispirate al pensiero economico di Giovanni Botero, mentre E. Partenopeo si ispirò alle famose falsificazioni di Annio da Viterbo. Furono prodotti falsi reperti archeologici a favore di Udine, la cui falsità fu poi dimostrata dalla grande erudizione settecentesca dell'età di Muratori (G. Fontanini, M. A. De Rubeis ecc.). Ciò nonostante, le ultime falsficazioni anticividalesi dell'erudito udinese Girolamo Asquini, elaborate nel primo 800, influenzarono l'edizione della Historia Langobardorum di Paolo Diacono nei Monumenta Germaniae Historica.

G. Trebbi, Umanesimo, erudizione e diritto nella disputa sull'antichità di Udine e Cividale (secoli XV-XVII)

TREBBI, GIUSEPPE
2014-01-01

Abstract

Alla metà del '400 il celebre umanista Flavio Biondo negò le antiche origini della città di Udine, attribuendo la sua fondazione al secolo XII. Gli si oppose il suo corrispondente friulano Giacomo da Udine, che inserì nel dibattito umanistico la leggenda medievale della fondazione del castello di Udine da parte di Attila. Nel tardo '400 la disputa erudita si intrecciò con le sanguinose lotte tra le fazioni friulane dei Zamberlani e degli Strumieri, che sostenevano rispettivamente Udine e Cividale nella competizione per il primato provinciale (sotto la dominazione di Venezia). Furono coinvolti nella discussione famosi esponenti della storiografia umanistica, come Marcantonio Sabellico e Bernardo Giustinian, oltre agli umanisti friulani N. Canussio (che dimostrò su basi archeologiche l'antichità di Cividale)., A. Franceschinis, Jacopo di Porcia e Giovanni Candido. Nell'età della Controriforma la disputa si allargò al contrasto giurisdizionale fra la città di Udine e i feudatari friulani e alle precedenze ecclesiastiche fra i capitoli friulani. G. D. Salomoni sostenne la preminenza e l'antichità di Udine con argomentazioni ispirate al pensiero economico di Giovanni Botero, mentre E. Partenopeo si ispirò alle famose falsificazioni di Annio da Viterbo. Furono prodotti falsi reperti archeologici a favore di Udine, la cui falsità fu poi dimostrata dalla grande erudizione settecentesca dell'età di Muratori (G. Fontanini, M. A. De Rubeis ecc.). Ciò nonostante, le ultime falsficazioni anticividalesi dell'erudito udinese Girolamo Asquini, elaborate nel primo 800, influenzarono l'edizione della Historia Langobardorum di Paolo Diacono nei Monumenta Germaniae Historica.
2014
9788895368221
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