Questa nota prende in considerazione alcuni testi di letterati arabi del 19° sec. che affrontano questioni di ordine etico-giuridico e politico scaturite nel confronto con l’Occidente: in particolare i concetti di libertà, equità e giustizia. I temi non sono estranei all’Islam, ma vengono ripensati e riadattati da Tahtawi, Zaki e Kawakibi alla luce del processo di rinnovamento che investe tutti gli ambiti della vita culturale, politica e religiosa del mondo arabo, in una fase storica decisiva (Nahda, Rinascita), nella quale prende corpo la moderna concezione di watan (patria) e anche il diritto e la giurisprudenza sono riconsiderati secondo i nuovi dettami. Pur presentando differenze, legate allo specifico contesto cui appartengono, le opere prese in esame fanno riferimento a uno stesso paradigma etico e religioso, che appare perfettamente in linea con l’idea di legge propria dell’Islam classico, in cui la pluralità di interpretazioni era considerata come un fattore positivo. Tale tendenza assume particolare valore nel confronto con l'orientamento interpretativo oggi prevalente, in cui la šarī‘a, divenuta un corpus rigido e cristallizzato, ha assunto la funzione di legittimare regimi politici che rivendicano la propria ortodossia, ma travisano completamente spirito e significato dell'Islam.
Questioni etico-giuridiche nell'Islam riformista: Tahtawi, Zaki e Kawakibi
BALDAZZI, CRISTIANA
2016-01-01
Abstract
Questa nota prende in considerazione alcuni testi di letterati arabi del 19° sec. che affrontano questioni di ordine etico-giuridico e politico scaturite nel confronto con l’Occidente: in particolare i concetti di libertà, equità e giustizia. I temi non sono estranei all’Islam, ma vengono ripensati e riadattati da Tahtawi, Zaki e Kawakibi alla luce del processo di rinnovamento che investe tutti gli ambiti della vita culturale, politica e religiosa del mondo arabo, in una fase storica decisiva (Nahda, Rinascita), nella quale prende corpo la moderna concezione di watan (patria) e anche il diritto e la giurisprudenza sono riconsiderati secondo i nuovi dettami. Pur presentando differenze, legate allo specifico contesto cui appartengono, le opere prese in esame fanno riferimento a uno stesso paradigma etico e religioso, che appare perfettamente in linea con l’idea di legge propria dell’Islam classico, in cui la pluralità di interpretazioni era considerata come un fattore positivo. Tale tendenza assume particolare valore nel confronto con l'orientamento interpretativo oggi prevalente, in cui la šarī‘a, divenuta un corpus rigido e cristallizzato, ha assunto la funzione di legittimare regimi politici che rivendicano la propria ortodossia, ma travisano completamente spirito e significato dell'Islam.File | Dimensione | Formato | |
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