Dopo la prima guerra mondiale gli USA si erano sottratti ad ogni forma di vincolo politico con l'Europa, rinnegando l'internazionalismo Wilsoniano e la partecipazione alla Società delle Nazioni.Sul piano finanziario, tuttavia, l'indebitamento dei principali paesi europei nei confronti degli Stati Uniti e la posizione egemone americana sui mercati finanziari rendeva ineludibile il coinvolgimento di Washington nella ripresa europea.Il convincimento che la stabilità economica, fatta di valute stabili e garanzie per il commercio, potesse garantire quella politica, costituì il motore dell'azione di risanamento europeo intrapresa dalla Federal Reserve e delle principali banche americane, dando sostanza alla timida politica europea delle amministrazioni Harding e Coolidge. L'emergenza finanziaria europea rappresentava inoltre un'occasione unica per sancire la supremazia del dollaro nel ciclopico prestito a beneficio della Germania, che le banche londinesi non erano in grado di sostenere. Se in una fase di ripresa economica le banche furono spesso in grado di dettare l'agenda politica all'amministrazione, rendendo l'isolazionismo un'enunciazione puramente teorica, sarebbe stata le recessione successiva al crollo di Wall Street del 29 a sancire l'effettivo disimpegno della politica estera americana in Europa.

Neutralità monetarie. La politica estera americana alla vigilia del Piano Dawes tra isolazionismo politico e interventismo economico

CACCAMO, GIULIA
2017-01-01

Abstract

Dopo la prima guerra mondiale gli USA si erano sottratti ad ogni forma di vincolo politico con l'Europa, rinnegando l'internazionalismo Wilsoniano e la partecipazione alla Società delle Nazioni.Sul piano finanziario, tuttavia, l'indebitamento dei principali paesi europei nei confronti degli Stati Uniti e la posizione egemone americana sui mercati finanziari rendeva ineludibile il coinvolgimento di Washington nella ripresa europea.Il convincimento che la stabilità economica, fatta di valute stabili e garanzie per il commercio, potesse garantire quella politica, costituì il motore dell'azione di risanamento europeo intrapresa dalla Federal Reserve e delle principali banche americane, dando sostanza alla timida politica europea delle amministrazioni Harding e Coolidge. L'emergenza finanziaria europea rappresentava inoltre un'occasione unica per sancire la supremazia del dollaro nel ciclopico prestito a beneficio della Germania, che le banche londinesi non erano in grado di sostenere. Se in una fase di ripresa economica le banche furono spesso in grado di dettare l'agenda politica all'amministrazione, rendendo l'isolazionismo un'enunciazione puramente teorica, sarebbe stata le recessione successiva al crollo di Wall Street del 29 a sancire l'effettivo disimpegno della politica estera americana in Europa.
2017
978-88-8303-830-3
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