Questo saggio affronta la questione dell'eredità del fascismo in architettura e del suo impatto nella costruzione dell'identità nazionale, analizzando principalmente due monumenti: l'ossario di Redipuglia e l'Ara pacis di Medea. Il primo è un monumento per ricordare i caduti della I guerra mondiale, il secondo commemora i morti del secondo conflitto mondiale. Redipuglia è il più importante ossario costruito in Italia e, con i suoi 100 mila caduti, il più grande d'Europa. E' una macchina della memoria voluta dal regime per fascistizzare il ricordo della guerra, una macchina, dirà Mussolini, per "educare generazioni e generazioni". I saggio esamina anche il tentaivo nel dopoguerra di defascistizzare Redipuglia, non più luogo dove esaltare la guerra, ma monumento dove trasmettere i valori della pace e del dialogo tra le nazioni. A Medea, le politiche del ricordo si inseriscono in contesto completamete nuovo, di rifiuto della guerra, di pietas cristiana, di proposte di pacificazione tra le nazioni. L'Ara pacis di Medea nasce in questo contesto, ma gli esiti sono tutt'altro che lineari. Fortemente contradditoria appaiono le scelte architettoniche, che risentono pesantemente dell'eredità fascista.
The fascist memory of the war and its legacy. Two cases: the Redipuglia War Memorial and the Ara Pacis of Medea
Nicoloso Paolo
2018-01-01
Abstract
Questo saggio affronta la questione dell'eredità del fascismo in architettura e del suo impatto nella costruzione dell'identità nazionale, analizzando principalmente due monumenti: l'ossario di Redipuglia e l'Ara pacis di Medea. Il primo è un monumento per ricordare i caduti della I guerra mondiale, il secondo commemora i morti del secondo conflitto mondiale. Redipuglia è il più importante ossario costruito in Italia e, con i suoi 100 mila caduti, il più grande d'Europa. E' una macchina della memoria voluta dal regime per fascistizzare il ricordo della guerra, una macchina, dirà Mussolini, per "educare generazioni e generazioni". I saggio esamina anche il tentaivo nel dopoguerra di defascistizzare Redipuglia, non più luogo dove esaltare la guerra, ma monumento dove trasmettere i valori della pace e del dialogo tra le nazioni. A Medea, le politiche del ricordo si inseriscono in contesto completamete nuovo, di rifiuto della guerra, di pietas cristiana, di proposte di pacificazione tra le nazioni. L'Ara pacis di Medea nasce in questo contesto, ma gli esiti sono tutt'altro che lineari. Fortemente contradditoria appaiono le scelte architettoniche, che risentono pesantemente dell'eredità fascista.File | Dimensione | Formato | |
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