I processi condivisi di valorizzazione di patrimoni pubblici dismessi hanno, nel corso degli ultimi due decenni, sperimentato una molteplicità di approcci partecipativi, legati per lo più a scelte/situazioni non replicabili e che rispecchiano le logiche di confronto all’interno del panel di attori localmente attivo; approcci che in rari casi hanno prodotto buone pratiche di cui fosse possibile l’utilizzazione su scala più ampia. Il saggio si propone di indagare e proporre una prima valutazione sul ruolo che l’Agenzia del Demanio sta svolgendo negli ultimi anni in questo campo, attraverso l’attivazione di percorsi di valorizzazione che coinvolgono sistemi di beni pubblici distribuiti a livello nazionale e di forme di dialogo con le pubbliche amministrazioni locali e altri soggetti territoriali, percorsi che stanno contribuendo alla definizione di possibili modelli di riferimento per le pratiche di ascolto e coinvolgimento della società locale nel processi decisionali riferiti ai beni pubblici (e, in alcuni casi, ai beni comuni). Il caso studio principale è quello della Regione Friuli Venezia Giulia, dove dall’aprile 2016 è attivo un protocollo d’intesa tra Agenzia del Demanio regionale, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo-Soprintendenza BAP-FVG e tre università, per lo sviluppo della collaborazione tra le pubbliche amministrazioni preposte alla tutela, studio, valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. In questo quadro, l’Università di Trieste è stata incaricata di proporre percorsi innovativi di coinvolgimento degli attori locali nella fase che precede la scelta di alienare o di avviare (con modalità da definire) procedure di affidamento dei beni pubblici, per il loro recupero e una valorizzazione il più possibile inclusiva.
Patrimoni da condividere. Percorsi di valorizzazione dei patrimoni demaniali dismessi e pratiche partecipative
marin alessandra
;pratali Maffei sergio
2017-01-01
Abstract
I processi condivisi di valorizzazione di patrimoni pubblici dismessi hanno, nel corso degli ultimi due decenni, sperimentato una molteplicità di approcci partecipativi, legati per lo più a scelte/situazioni non replicabili e che rispecchiano le logiche di confronto all’interno del panel di attori localmente attivo; approcci che in rari casi hanno prodotto buone pratiche di cui fosse possibile l’utilizzazione su scala più ampia. Il saggio si propone di indagare e proporre una prima valutazione sul ruolo che l’Agenzia del Demanio sta svolgendo negli ultimi anni in questo campo, attraverso l’attivazione di percorsi di valorizzazione che coinvolgono sistemi di beni pubblici distribuiti a livello nazionale e di forme di dialogo con le pubbliche amministrazioni locali e altri soggetti territoriali, percorsi che stanno contribuendo alla definizione di possibili modelli di riferimento per le pratiche di ascolto e coinvolgimento della società locale nel processi decisionali riferiti ai beni pubblici (e, in alcuni casi, ai beni comuni). Il caso studio principale è quello della Regione Friuli Venezia Giulia, dove dall’aprile 2016 è attivo un protocollo d’intesa tra Agenzia del Demanio regionale, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo-Soprintendenza BAP-FVG e tre università, per lo sviluppo della collaborazione tra le pubbliche amministrazioni preposte alla tutela, studio, valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. In questo quadro, l’Università di Trieste è stata incaricata di proporre percorsi innovativi di coinvolgimento degli attori locali nella fase che precede la scelta di alienare o di avviare (con modalità da definire) procedure di affidamento dei beni pubblici, per il loro recupero e una valorizzazione il più possibile inclusiva.File | Dimensione | Formato | |
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