Il contributo mira a illustrare sia alcuni problemi che, nella traduzione giuridica tra italiano e inglese, sono connessi con la ricerca di termini di arrivo che siano il più possibile concettualmente equivalenti ai termini di partenza, sia le tecniche traduttive impiegate per risolverli. I problemi oggetto del contributo risultano dalla contrapposizione common law/civil law ma sono anche collegati all’uso dell’inglese come lingua franca del diritto che viene impiegata per di più da parlanti non aventi l’inglese come prima lingua d’uso. I gradi di equivalenza concettuale tra termini italiani e traducenti inglesi che verranno presi in considerazione sono quattro: l’equivalenza sostanziale (le corrispondenze tra termine nel sistema di partenza e termine in quello di arrivo sono caratterizzate da un'ampia area di sovrapposizione), l'equivalenza parziale (le corrispondenze sono meno ampie), la corrispondenza funzionale (utilizzo di un traducente che indica un'istituzione o una figura che svolge una funzione affine nel sistema di arrivo) e la corrispondenza stipulativa (il traducente è il risultato di una proposta del traduttore per via dell'assenza di un concetto giuridico corrispondente nell'ordinamento di arrivo). I termini degli esempi che vengono presentati nel contributo provengono dalla traduzione in inglese del Codice di procedura penale, ormai nella sua seconda edizione (Gialuz et al. 2017).

La terminologia giuridica italiana tradotta in inglese: il caso del Codice di procedura penale

Federica scarpa
2018-01-01

Abstract

Il contributo mira a illustrare sia alcuni problemi che, nella traduzione giuridica tra italiano e inglese, sono connessi con la ricerca di termini di arrivo che siano il più possibile concettualmente equivalenti ai termini di partenza, sia le tecniche traduttive impiegate per risolverli. I problemi oggetto del contributo risultano dalla contrapposizione common law/civil law ma sono anche collegati all’uso dell’inglese come lingua franca del diritto che viene impiegata per di più da parlanti non aventi l’inglese come prima lingua d’uso. I gradi di equivalenza concettuale tra termini italiani e traducenti inglesi che verranno presi in considerazione sono quattro: l’equivalenza sostanziale (le corrispondenze tra termine nel sistema di partenza e termine in quello di arrivo sono caratterizzate da un'ampia area di sovrapposizione), l'equivalenza parziale (le corrispondenze sono meno ampie), la corrispondenza funzionale (utilizzo di un traducente che indica un'istituzione o una figura che svolge una funzione affine nel sistema di arrivo) e la corrispondenza stipulativa (il traducente è il risultato di una proposta del traduttore per via dell'assenza di un concetto giuridico corrispondente nell'ordinamento di arrivo). I termini degli esempi che vengono presentati nel contributo provengono dalla traduzione in inglese del Codice di procedura penale, ormai nella sua seconda edizione (Gialuz et al. 2017).
2018
978-88-8303-992-8
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