Partendo dal doppio significato che il verbo riparare ha in italiano, aggiustare e proteggere, si mettono a confronto l’architettura, che da sempre ha il compito primario di offrire un rifugio e che oggi si propone di riaggiustare preesistenze e tessuti urbani riportandoli alla funzionalità, e la psichiatria, che nella sua storia ha preteso di riparare la mente del folle, proteggendo lui, e al tempo stesso la società, attraverso l’internamento. Il confronto tra architettura e psichiatria è utile se si intendono progettare interventi di riuso in un ex manicomio, ma diventa indispensabile se il manicomio in questione è quello in cui, nel 1961, nasce la rivoluzione della psichiatria italiana, che porterà al riconoscimento dei diritti delle persone con disturbi mentali e, con la legge Basaglia del 1978, alla messa “fuori legge” di una tipologia architettonica, quella dell’ospedale psichiatrico, divenuta simbolo della negazione di quei diritti. La storia di questo ospedale, marginale e al tempo stesso sempre al centro di travagliati incroci e spostamenti di confini, governi, identità e lingue, ne fa un luogo emblematico per il contemporaneo. In questa sua complessità è stato proposto alla riflessione di più saperi e di diverse pratiche progettuali.
Riparare, tra confine e follia
Giuseppina Scavuzzo;Sergio Pratali Maffei;Gianfranco Guaragna
2019-01-01
Abstract
Partendo dal doppio significato che il verbo riparare ha in italiano, aggiustare e proteggere, si mettono a confronto l’architettura, che da sempre ha il compito primario di offrire un rifugio e che oggi si propone di riaggiustare preesistenze e tessuti urbani riportandoli alla funzionalità, e la psichiatria, che nella sua storia ha preteso di riparare la mente del folle, proteggendo lui, e al tempo stesso la società, attraverso l’internamento. Il confronto tra architettura e psichiatria è utile se si intendono progettare interventi di riuso in un ex manicomio, ma diventa indispensabile se il manicomio in questione è quello in cui, nel 1961, nasce la rivoluzione della psichiatria italiana, che porterà al riconoscimento dei diritti delle persone con disturbi mentali e, con la legge Basaglia del 1978, alla messa “fuori legge” di una tipologia architettonica, quella dell’ospedale psichiatrico, divenuta simbolo della negazione di quei diritti. La storia di questo ospedale, marginale e al tempo stesso sempre al centro di travagliati incroci e spostamenti di confini, governi, identità e lingue, ne fa un luogo emblematico per il contemporaneo. In questa sua complessità è stato proposto alla riflessione di più saperi e di diverse pratiche progettuali.File | Dimensione | Formato | |
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