Trieste, porto asburgico nell’Adriatico, pur di per sé mancante di cereali, era uno snodo importante nei circuiti che li riguardavano poiché metteva in comunicazione differenti aree geografiche e climatiche, legando, per la sua posizione, l’Europa Continentale e orientale al Mediterraneo, l’Est e l’Ovest. Già nel XVII secolo Trieste era uno dei mercati cui le città dell’Italia settentrionale si affidavano per la ricerca di cereali in situazione di scarsità. Nel XVIII secolo, dopo la proclamazione di porto franco avvenuta nel 1717/19 e in seguito allo sviluppo delle rotte commerciali adriatiche e mediterranee, tale funzione si fece più complessa. Soprattutto dalla metà del XVIII secolo, il traffico dei cereali, da congiunturale e non essenziale, aumentò per valore e quantità, mutando anche il suo ruolo nei meccanismi di funzionamento del porto. Da un lato diventò una fondamentale merce di ricarico utile ad attrarre le navi, dall’altro diventò importante per la formazione dei carichi nel suo miscelarsi con merci preziose e di scarso peso e volume. Questo sviluppo si basò, soprattutto, sui crescenti flussi di cereali dell’Europa continentale e dell’est (Stiria, Carinzia, Banato di Temesvár, Ungheria), con il coinvolgimento della corte asburgica di Vienna interessata per le necessità di popolamento e difesa del confine orientale con l’Impero ottomano. Lo studio ricostruisce i legami che collegarono Trieste alle zone produzione e ai mercati, mettendo in luce i vari interessi e gli operatori coinvolti (grandi compagnie, mercanti, mercanti segmentari, aristocrazie e proprietari terrieri, ecc.) e ricostruendo, anche sulla scorta delle intuizioni di Ferdinando Galiani, i meccanismi dei traffici dei grani, nel rapporto tra annona e commercio, tra circuiti locali e internazionali, tra politiche liberiste e limitazioni al commercio. Inoltre mira a analizzare la competizione esistente tra i diversi attori per il controllo dei circuiti del grano e dei loro profitti. Grazie all’impulso dato dai cereali dell’est Europa, le rotte dei cereali che transitavano per Trieste arrivarono a collegare il Levante, l’Europa, il Mediterraneo, l’Oceano e le Americhe e i cereali diventarono una delle merci fondamentali per lo sviluppo, di fine XVIII, della Trieste emporiale.

"L'aggravio dei dazi". Norme, mercato e concorrenze nei circuiti del grano della Trieste settecentesca

Andreozzi Daniele
2019-01-01

Abstract

Trieste, porto asburgico nell’Adriatico, pur di per sé mancante di cereali, era uno snodo importante nei circuiti che li riguardavano poiché metteva in comunicazione differenti aree geografiche e climatiche, legando, per la sua posizione, l’Europa Continentale e orientale al Mediterraneo, l’Est e l’Ovest. Già nel XVII secolo Trieste era uno dei mercati cui le città dell’Italia settentrionale si affidavano per la ricerca di cereali in situazione di scarsità. Nel XVIII secolo, dopo la proclamazione di porto franco avvenuta nel 1717/19 e in seguito allo sviluppo delle rotte commerciali adriatiche e mediterranee, tale funzione si fece più complessa. Soprattutto dalla metà del XVIII secolo, il traffico dei cereali, da congiunturale e non essenziale, aumentò per valore e quantità, mutando anche il suo ruolo nei meccanismi di funzionamento del porto. Da un lato diventò una fondamentale merce di ricarico utile ad attrarre le navi, dall’altro diventò importante per la formazione dei carichi nel suo miscelarsi con merci preziose e di scarso peso e volume. Questo sviluppo si basò, soprattutto, sui crescenti flussi di cereali dell’Europa continentale e dell’est (Stiria, Carinzia, Banato di Temesvár, Ungheria), con il coinvolgimento della corte asburgica di Vienna interessata per le necessità di popolamento e difesa del confine orientale con l’Impero ottomano. Lo studio ricostruisce i legami che collegarono Trieste alle zone produzione e ai mercati, mettendo in luce i vari interessi e gli operatori coinvolti (grandi compagnie, mercanti, mercanti segmentari, aristocrazie e proprietari terrieri, ecc.) e ricostruendo, anche sulla scorta delle intuizioni di Ferdinando Galiani, i meccanismi dei traffici dei grani, nel rapporto tra annona e commercio, tra circuiti locali e internazionali, tra politiche liberiste e limitazioni al commercio. Inoltre mira a analizzare la competizione esistente tra i diversi attori per il controllo dei circuiti del grano e dei loro profitti. Grazie all’impulso dato dai cereali dell’est Europa, le rotte dei cereali che transitavano per Trieste arrivarono a collegare il Levante, l’Europa, il Mediterraneo, l’Oceano e le Americhe e i cereali diventarono una delle merci fondamentali per lo sviluppo, di fine XVIII, della Trieste emporiale.
2019
978-88-498-5878-5
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