Nello studio della politica internazionale, numerose ricerche hanno approfondito il ruolo potenziale degli accordi commerciali per il rafforzamento dei diritti civili, politici e sociali, con valutazioni spesso contrastanti. In particolare, gli accordi stipulati dall'Unione Europea a partire dalla seconda metà degli anni Novanta includono sempre clausole 'sociali' o riferimenti alla tutela dei diritti. La politica commerciale comune è una delle competenze esclusive dell'UE rispetto agli stati membri, e la riflessione teorica si è gradualmente spostata dalle considerazioni sul potere di mercato europeo ('power in trade'), e quindi sul peso economico dell'Unione, alle osservazioni sulla possibilità di esercitare influenza politica ('power through trade'). In tale prospettiva, i trattati commerciali sarebbero possibili strumenti di tutela delle libertà e dei diritti, promuovendo anche l'applicazione delle normative comunitarie. Poiché tra le 'democrazie difficili' rientrano vari paesi medio-orientali, il presente contributo si propone di esaminare le clausole rilevanti dei trattati stipulati dall'UE con Libano, Israele e Giordania, ponendole a confronto con i rapporti 'Freedom in the World 2018' stilati da Freedom House. L'obiettivo è di ricavarne conclusioni utili per tentare una valutazione della possibile incidenza politico-sociale di tali accordi, al di là dei risultati economici.
La politica commerciale dell'Unione Europea e le "democrazie difficili": riflessioni su tre Stati del Medio Oriente
VATTA, A.
2019-01-01
Abstract
Nello studio della politica internazionale, numerose ricerche hanno approfondito il ruolo potenziale degli accordi commerciali per il rafforzamento dei diritti civili, politici e sociali, con valutazioni spesso contrastanti. In particolare, gli accordi stipulati dall'Unione Europea a partire dalla seconda metà degli anni Novanta includono sempre clausole 'sociali' o riferimenti alla tutela dei diritti. La politica commerciale comune è una delle competenze esclusive dell'UE rispetto agli stati membri, e la riflessione teorica si è gradualmente spostata dalle considerazioni sul potere di mercato europeo ('power in trade'), e quindi sul peso economico dell'Unione, alle osservazioni sulla possibilità di esercitare influenza politica ('power through trade'). In tale prospettiva, i trattati commerciali sarebbero possibili strumenti di tutela delle libertà e dei diritti, promuovendo anche l'applicazione delle normative comunitarie. Poiché tra le 'democrazie difficili' rientrano vari paesi medio-orientali, il presente contributo si propone di esaminare le clausole rilevanti dei trattati stipulati dall'UE con Libano, Israele e Giordania, ponendole a confronto con i rapporti 'Freedom in the World 2018' stilati da Freedom House. L'obiettivo è di ricavarne conclusioni utili per tentare una valutazione della possibile incidenza politico-sociale di tali accordi, al di là dei risultati economici.File | Dimensione | Formato | |
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