Nelle città italiane ed europee, a fronte dei trend di invecchiamento della popolazione, dell’aumento delle persone in situazioni di multiproblematicità (sanitaria e socio-economica) e di domande di adeguamento delle dotazioni di interesse collettivo di frequente inevase per l’assottigliarsi dei bilanci pubblici, ragionare parallelamente sulle condizioni di fruibilità degli spazi e di salute dei cittadini invita a orientare le politiche urbane verso più forti sinergie tra diversi ambiti operativi: dal governo delle trasformazioni urbanistiche e della mobilità, alla manutenzione delle dotazioni di interesse collettivo, all’erogazione dei servizi del welfare. È in questo quadro di riflessioni che si colloca la ricerca sviluppata dall’Università di Trieste sui temi dell’”accessibilità per tutti”. Interpretare le situazioni di “incapacitazione” e “disabilità” (motorie, sensoriali, cognitive) di un numero crescente di individui anche come esito dell’interazione con il proprio ambiente di vita invita a superare interventi di semplice rimozione delle barriere fisiche, per rileggere le città come vere e proprie “palestre”. Luoghi in cui la configurazione degli spazi di uso pubblico, la dislocazione e la gestione dei servizi rientrino in strategie inclusive e proattive, tese a riattivare le capacità delle persone di interagire con gli altri, di muoversi e vivere in autonomia. Traendo spunto da diverse esperienze in Friuli Venezia Giulia, molte sono le prospettive che tale approccio offre per la rigenerazione dei territori urbani contemporanei: dal ripensamento di strumenti urbanistici, standard prestazionali e soluzioni di progetto; alla messa a punto di dispositivi tecnologici di supporto alla programmazione degli interventi, alla loro co-costruzione e comunicazione ai cittadini.
Accessibile non è solo barrier-free. Per una città proattiva, palestra di salute e inclusione
Elena Marchigiani
;Sara Basso
2020-01-01
Abstract
Nelle città italiane ed europee, a fronte dei trend di invecchiamento della popolazione, dell’aumento delle persone in situazioni di multiproblematicità (sanitaria e socio-economica) e di domande di adeguamento delle dotazioni di interesse collettivo di frequente inevase per l’assottigliarsi dei bilanci pubblici, ragionare parallelamente sulle condizioni di fruibilità degli spazi e di salute dei cittadini invita a orientare le politiche urbane verso più forti sinergie tra diversi ambiti operativi: dal governo delle trasformazioni urbanistiche e della mobilità, alla manutenzione delle dotazioni di interesse collettivo, all’erogazione dei servizi del welfare. È in questo quadro di riflessioni che si colloca la ricerca sviluppata dall’Università di Trieste sui temi dell’”accessibilità per tutti”. Interpretare le situazioni di “incapacitazione” e “disabilità” (motorie, sensoriali, cognitive) di un numero crescente di individui anche come esito dell’interazione con il proprio ambiente di vita invita a superare interventi di semplice rimozione delle barriere fisiche, per rileggere le città come vere e proprie “palestre”. Luoghi in cui la configurazione degli spazi di uso pubblico, la dislocazione e la gestione dei servizi rientrino in strategie inclusive e proattive, tese a riattivare le capacità delle persone di interagire con gli altri, di muoversi e vivere in autonomia. Traendo spunto da diverse esperienze in Friuli Venezia Giulia, molte sono le prospettive che tale approccio offre per la rigenerazione dei territori urbani contemporanei: dal ripensamento di strumenti urbanistici, standard prestazionali e soluzioni di progetto; alla messa a punto di dispositivi tecnologici di supporto alla programmazione degli interventi, alla loro co-costruzione e comunicazione ai cittadini.File | Dimensione | Formato | |
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