La Grotta di Cladrecis si apre sul Monte Brischis, in comune di Prepotto, nella Valle dello Judrio, a 220 m s.l.m. nei pressi di una sorgente di acqua dolce È costituita da un primo vano semicircolare, ad andamento orizzontale, da cui prendono origine due cunicoli. L’ingresso, segnato da un ampio arco, risulta esposto a sud e ciò consente una importante illuminazione della cavità per quasi tutta la giornata. Fu scoperta da uno degli autori (MT) e dai soci del gruppo “L.V. Bertarelli” nel 1977 e già nel corso delle fasi di disostruzione dell’ingresso, si rinvennero frammenti ceramici e manufatti in selce, che indussero la programmazione di ricerche archeologiche più approfondite. Le prime indagini furono condotte dai Musei Provinciali di Gorizia e riguardarono il cunicolo occidentale della grotta, dove fu aperto un sondaggio portato fino alla profondità di 1,40 cm con una stratigrafia che risultò particolarmente alterata dalla presenza di numerose tane di animali fossatori (Tavagnutti 1978, 1980). Gli scavi ripresero qualche anno più tardi, nel 1981 e 1982, da parte dell’Istituto di Storia Antica dell’Università di Trieste e interessarono il vano centrale della grotta, dove furono praticate due trincee. La successione stratigrafica, articolata su 4 livelli, restituì manufatti litici e ceramici databili fra Mesolitico e Neolitico Antico, con anche elementi più recenti (Stacul & Montagnari Kokelj 1983; Montagnari Kokelj 1984).

LA GROTTA DI CLADRECIS SUL MONTE BRISCHIS NELLA VALLE DELLO JUDRIO

Emanuela Montagnari;
2020-01-01

Abstract

La Grotta di Cladrecis si apre sul Monte Brischis, in comune di Prepotto, nella Valle dello Judrio, a 220 m s.l.m. nei pressi di una sorgente di acqua dolce È costituita da un primo vano semicircolare, ad andamento orizzontale, da cui prendono origine due cunicoli. L’ingresso, segnato da un ampio arco, risulta esposto a sud e ciò consente una importante illuminazione della cavità per quasi tutta la giornata. Fu scoperta da uno degli autori (MT) e dai soci del gruppo “L.V. Bertarelli” nel 1977 e già nel corso delle fasi di disostruzione dell’ingresso, si rinvennero frammenti ceramici e manufatti in selce, che indussero la programmazione di ricerche archeologiche più approfondite. Le prime indagini furono condotte dai Musei Provinciali di Gorizia e riguardarono il cunicolo occidentale della grotta, dove fu aperto un sondaggio portato fino alla profondità di 1,40 cm con una stratigrafia che risultò particolarmente alterata dalla presenza di numerose tane di animali fossatori (Tavagnutti 1978, 1980). Gli scavi ripresero qualche anno più tardi, nel 1981 e 1982, da parte dell’Istituto di Storia Antica dell’Università di Trieste e interessarono il vano centrale della grotta, dove furono praticate due trincee. La successione stratigrafica, articolata su 4 livelli, restituì manufatti litici e ceramici databili fra Mesolitico e Neolitico Antico, con anche elementi più recenti (Stacul & Montagnari Kokelj 1983; Montagnari Kokelj 1984).
2020
978-88-88192-68-0
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