Il contributo indaga sulla visione dei grandi maestri Takahata e Miyazaki. tarata su di un Giappone contemporaneo visto come luogo problematico e contraddittorio, come quello della Tokyo dove vivono precariamente gli adolescenti protagonisti del film di Shin- kai: quel Giappone e quella modernità malata che paiono il frutto maturo delle amare riflessioni sulle tematiche ambientali evocate in tante pellicole dello Studio Ghibli, da Nausicaä della Valle del vento (Kaze no tani no Naushika, 1984) a Pom Poko (Heisei tanuki gassen ponpoko, 1994) a Principessa Mononoke (Mononoke-hime, 1997), a loro volta frutto maturo di riflessioni sul rapporto tra Oriente e Occidente che per i due fondatori dello studio risalivano ai tempi della loro formazione. Un rapporto quest’ultimo messo a fuoco a partire dai loro interven- ti nell’ambito del Sekai Meisaku Gekijō, anime ispirati a classici della letteratura mondiale che uscivano dai canoni tradizionali del genere sia per i temi, sia per un’inusuale cura editoriale nella grafica, molto attenta alle ambientazioni originali, dando la possibilità a Takahata e Miyazaki di sviluppare il loro filo-occidentalismo, strutturandolo in una lunga serie di “tributi” di vario genere a storie, ambienti, architetture e opere d’arte soprattutto europee; ma anche, sul lungo periodo, come modo per ripensare la tradizione figurativa del proprio paese, magari impie- gando volutamente, in un raffinato gioco di specchi, immagini ben note anche in Occidente, come con La grande onda di Kanagawa di Hokusai Katsushika, la più celebre, e riprodotta, tra le Trentasei vedute del mon- te Fuji e diventata quasi eponima della tradizione Ukiyo-e.
Takahata e Miyazaki: fonti visive tra Oriente e Occidente
Massimo De Grassi
2021-01-01
Abstract
Il contributo indaga sulla visione dei grandi maestri Takahata e Miyazaki. tarata su di un Giappone contemporaneo visto come luogo problematico e contraddittorio, come quello della Tokyo dove vivono precariamente gli adolescenti protagonisti del film di Shin- kai: quel Giappone e quella modernità malata che paiono il frutto maturo delle amare riflessioni sulle tematiche ambientali evocate in tante pellicole dello Studio Ghibli, da Nausicaä della Valle del vento (Kaze no tani no Naushika, 1984) a Pom Poko (Heisei tanuki gassen ponpoko, 1994) a Principessa Mononoke (Mononoke-hime, 1997), a loro volta frutto maturo di riflessioni sul rapporto tra Oriente e Occidente che per i due fondatori dello studio risalivano ai tempi della loro formazione. Un rapporto quest’ultimo messo a fuoco a partire dai loro interven- ti nell’ambito del Sekai Meisaku Gekijō, anime ispirati a classici della letteratura mondiale che uscivano dai canoni tradizionali del genere sia per i temi, sia per un’inusuale cura editoriale nella grafica, molto attenta alle ambientazioni originali, dando la possibilità a Takahata e Miyazaki di sviluppare il loro filo-occidentalismo, strutturandolo in una lunga serie di “tributi” di vario genere a storie, ambienti, architetture e opere d’arte soprattutto europee; ma anche, sul lungo periodo, come modo per ripensare la tradizione figurativa del proprio paese, magari impie- gando volutamente, in un raffinato gioco di specchi, immagini ben note anche in Occidente, come con La grande onda di Kanagawa di Hokusai Katsushika, la più celebre, e riprodotta, tra le Trentasei vedute del mon- te Fuji e diventata quasi eponima della tradizione Ukiyo-e.File | Dimensione | Formato | |
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