Per Dardi gli schemi a bande non regolano più semplicemente la giacitura, fanno emergere gli strati della storia dell’uomo come reperti archeologici, estraggono la forma della terra, la topografia del suolo, e gli edifici, le cerniere, i recinti, i solidi primari, vi galleggiano sopra, secondo il pavilion system, appunto lungo fasce binarie, quando diventano vere e proprie trincee di scavo. Infatti le configurazioni a bande, usate da Dardi come scavo archeologico (ad esempio nel progetto Gernika o in quello per la Valle del Faul), «per via di levare»50, fanno apparire o sparire il contesto e il progetto, rideterminando così inedite porzioni dell’esistente in infiniti tasselli che integrano tutto (sono loro il nuovo), che instaurano nuove misure e nuove relazioni (vicino lontano) tra preesistenze e nuove architetture, ormai non più distinguibili, perché lo scavo, la configurazione, ha rimescolato gli strati in tasselli... ed è diventato tutto progetto. La “scelta configurazionale” non è più generatrice di tipi, ma di segni, segni che determinano figure, e le figure sono, non solo per Dardi, significati, senso, «retorica del simbolo, eloquenza del segno»51, … parole di un nuovo linguaggio. Così, come nel Canto/ Controcanto Dardi-Paolini di cui ci parla Filiberto Menna, la tassellatura è diventata un’opera aperta, la matrice di un grande disegno culturale.
Costantino Dardi. La tassellatura terrestre
Adriano Venudo
2022-01-01
Abstract
Per Dardi gli schemi a bande non regolano più semplicemente la giacitura, fanno emergere gli strati della storia dell’uomo come reperti archeologici, estraggono la forma della terra, la topografia del suolo, e gli edifici, le cerniere, i recinti, i solidi primari, vi galleggiano sopra, secondo il pavilion system, appunto lungo fasce binarie, quando diventano vere e proprie trincee di scavo. Infatti le configurazioni a bande, usate da Dardi come scavo archeologico (ad esempio nel progetto Gernika o in quello per la Valle del Faul), «per via di levare»50, fanno apparire o sparire il contesto e il progetto, rideterminando così inedite porzioni dell’esistente in infiniti tasselli che integrano tutto (sono loro il nuovo), che instaurano nuove misure e nuove relazioni (vicino lontano) tra preesistenze e nuove architetture, ormai non più distinguibili, perché lo scavo, la configurazione, ha rimescolato gli strati in tasselli... ed è diventato tutto progetto. La “scelta configurazionale” non è più generatrice di tipi, ma di segni, segni che determinano figure, e le figure sono, non solo per Dardi, significati, senso, «retorica del simbolo, eloquenza del segno»51, … parole di un nuovo linguaggio. Così, come nel Canto/ Controcanto Dardi-Paolini di cui ci parla Filiberto Menna, la tassellatura è diventata un’opera aperta, la matrice di un grande disegno culturale.File | Dimensione | Formato | |
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