Il tema della transizione ecologica è entrato di prepotenza nell’agenda delle politiche pubbliche. Il livello di degrado degli ecosistemi e l’avanzare della crisi climatica ci inducono a definire questa agenda come tardiva, ma indubbiamente si è finalmente aperto un campo politico e di policy dentro il quale è possibile fare avanzare delle istanze ambientali che guardino alla coesione sociale e territoriale. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sono tante risorse che interpellano le aree interne, i borghi, i piccoli comuni, le aree rurali, la montagna, ma dentro una cornice di senso che non riconosce nella transizione ecologica l’opportunità di ricucire e salvaguardare le interconnessioni territoriali ed ecosistemiche tra aree urbane e aree rurali, tra centri e aree interne. Questo è un punto sul quale lavorare nella attuazione dei punti programmatici del PNRR, affinché le azioni che ne conseguono tengano insieme la conversione ecologica con la riduzione delle disuguaglianze territoriali. Proviamo ad articolare meglio questo punto, che riteniamo dirimente perché la transizione sia davvero eco-logica e perché al proprio interno non si annidino spinte alla concentrazione e alla ulteriore marginalizzazione delle aree più fragili. Transizione ecologica è un concetto abbastanza plastico da riscuotere un consenso granitico. È molto difficile che qualcuno trovi legittimazione pubblica dicendosi contrario alla transizione ecologica. Allo stesso tempo è un concetto incerto nelle sue declinazioni, al punto che nella nostra società esistono idee radicalmente diverse su che cosa fare, su come riempire di pratiche concrete la transizione ecologica.
Transizione ecologica e comunità energetiche nel policentrismo territoriale
Carrosio Giovanni
;De Vidovich Lorenzo
2022-01-01
Abstract
Il tema della transizione ecologica è entrato di prepotenza nell’agenda delle politiche pubbliche. Il livello di degrado degli ecosistemi e l’avanzare della crisi climatica ci inducono a definire questa agenda come tardiva, ma indubbiamente si è finalmente aperto un campo politico e di policy dentro il quale è possibile fare avanzare delle istanze ambientali che guardino alla coesione sociale e territoriale. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sono tante risorse che interpellano le aree interne, i borghi, i piccoli comuni, le aree rurali, la montagna, ma dentro una cornice di senso che non riconosce nella transizione ecologica l’opportunità di ricucire e salvaguardare le interconnessioni territoriali ed ecosistemiche tra aree urbane e aree rurali, tra centri e aree interne. Questo è un punto sul quale lavorare nella attuazione dei punti programmatici del PNRR, affinché le azioni che ne conseguono tengano insieme la conversione ecologica con la riduzione delle disuguaglianze territoriali. Proviamo ad articolare meglio questo punto, che riteniamo dirimente perché la transizione sia davvero eco-logica e perché al proprio interno non si annidino spinte alla concentrazione e alla ulteriore marginalizzazione delle aree più fragili. Transizione ecologica è un concetto abbastanza plastico da riscuotere un consenso granitico. È molto difficile che qualcuno trovi legittimazione pubblica dicendosi contrario alla transizione ecologica. Allo stesso tempo è un concetto incerto nelle sue declinazioni, al punto che nella nostra società esistono idee radicalmente diverse su che cosa fare, su come riempire di pratiche concrete la transizione ecologica.File | Dimensione | Formato | |
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