La discussione sul potere amministrativo in Italia e quindi sulla suddivisione delle sue parti, volendo recuperare il rimando al movimento presente nel titolo del Congresso Geografico di Padova, conferma che non c’è nulla che neghi il movimento più della fissità dei confini. La presenza di molteplici limiti territoriali interni rappresenta per l’Italia di oggi uno dei grandi problemi nella misura in cui l’organizzazione del potere territoriale è rimasta bloccata nella sua struttura originaria e non si è adeguata all’evoluzione della società. Sopra la geografia politica dell’Italia sono passati i giganteschi processi novecenteschi di evoluzione territoriale che, attraverso fasi di industrializzazione, urbanizzazione e disindustrializzazione, hanno portato ad una riorganizzazione dei sistemi territoriali, riducendo l’integrazione e lo sviluppo delle sue parti, da cui la macchina dello Stato è rimasta fuori. Se da un lato la mancata sincronizzazione fra trasformazione socio economica e modifica degli strumenti di gestione del territorio attesta l’inefficienza della nostra politica, i cui soggetti hanno cercato più volte di normare e modificare questa situazione attraverso nuove leggi e riforme costituzionali, dall’altro la ricerca di una soluzione mai finora raggiunta ha prodotto un’iperterritorializzazione con il conseguente incremento dell’inefficacia amministrativa. Per questo motivo il riordino territoriale costituisce uno dei temi più pressanti all’interno della riflessione sul funzionamento del Paese e rappresenta di certo uno di quelli che maggiormente possono coinvolgere le analisi dei geografi e delle geografe attivi in Italia

Vecchie e nuove forme del potere amministrativo in Italia fra riordino territoriale e Covid-19

Sergio Zilli
Membro del Collaboration Group
;
2023-01-01

Abstract

La discussione sul potere amministrativo in Italia e quindi sulla suddivisione delle sue parti, volendo recuperare il rimando al movimento presente nel titolo del Congresso Geografico di Padova, conferma che non c’è nulla che neghi il movimento più della fissità dei confini. La presenza di molteplici limiti territoriali interni rappresenta per l’Italia di oggi uno dei grandi problemi nella misura in cui l’organizzazione del potere territoriale è rimasta bloccata nella sua struttura originaria e non si è adeguata all’evoluzione della società. Sopra la geografia politica dell’Italia sono passati i giganteschi processi novecenteschi di evoluzione territoriale che, attraverso fasi di industrializzazione, urbanizzazione e disindustrializzazione, hanno portato ad una riorganizzazione dei sistemi territoriali, riducendo l’integrazione e lo sviluppo delle sue parti, da cui la macchina dello Stato è rimasta fuori. Se da un lato la mancata sincronizzazione fra trasformazione socio economica e modifica degli strumenti di gestione del territorio attesta l’inefficienza della nostra politica, i cui soggetti hanno cercato più volte di normare e modificare questa situazione attraverso nuove leggi e riforme costituzionali, dall’altro la ricerca di una soluzione mai finora raggiunta ha prodotto un’iperterritorializzazione con il conseguente incremento dell’inefficacia amministrativa. Per questo motivo il riordino territoriale costituisce uno dei temi più pressanti all’interno della riflessione sul funzionamento del Paese e rappresenta di certo uno di quelli che maggiormente possono coinvolgere le analisi dei geografi e delle geografe attivi in Italia
2023
978 88 5495 595 0
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