Il contributo si occupa in una prima parte dell’analisi di alcune scatti realizzati dal fotografo britannico Arthur Samuel Mole (1889-1983), naturalizzato statunitense, nel periodo della prima guerra mondiale. Le immagini vengono realizzate disponendo in spazi aperti, di norma campi militari, migliaia di persone a formare raffigurazioni in grande scala di simboli patriottici americani (la Statua delle Libertà, il ritratto dell’allora presidente Thomas Wilson, l’aquila americana ecc.). La figura inquadrata risultava fortemente distorta se non osservata dal punto di vista corretto − quello dello scatto − della prospettiva a quadro inclinato, tanto da poter essere definita un’immagine in anamorfosi. Grazie ad alcuni dati riportati negli archivi relativi alla fotografia titolata Human Statue of Liberty è stata approssimata una ricostruzione in ambiente digitale della deformazione subita da tale soggetto proiettato nel paesaggio. Soggetti politici o religiosi deformati anamorficamente compaiono nel periodo barocco nel trattato La Perspective Curieuse di Jean François Niceron (1613-1646), mentre il frontespizio del Leviatano di Thomas Hobbes (1588-1679) raffigura il corpo del sovrano composto dai corpi dei suoi sudditi. Artisti più contemporanei, sebbene non interessati a immortalare soggetti di propaganda politica, hanno impiegato l’apparecchio fotografico per investigare le leggi percettive della visione proprio in relazione a immagini fortemente distorte, ma rettificate dal punto di vista dello scatto. L’olandese Jan Dibbets, considerato uno dei principali esponenti dell’arte concettuale, nelle sue Perspective Corrections, fotografa forme geometriche elementari sospese nel paesaggio e distorte, con metodo geometrico, in funzione del loro raddrizzamento dal punto di osservazione corretto. Nelle conclusioni viene offerto un breve raffronto tra le opere di Mole e quelle di fotografi a lui contemporanei impegnati nel contesto europeo nella creazione di immagini satiriche o propagandistiche di regime, qui viene citata la tecnica del fotomontaggio come strumento per elevare l’immagine fotografica a opera d’arte e quindi non relegata a mero strumento di documentazione, un atteggiamento che forse ispirò le ‘fotografie viventi anamorfiche’ di Arthur Mole.
Le ‘fotografie viventi anamorfiche’ di Arthur Mole tra propaganda politica e prospettiva naturale
Alessio Bortot
2023-01-01
Abstract
Il contributo si occupa in una prima parte dell’analisi di alcune scatti realizzati dal fotografo britannico Arthur Samuel Mole (1889-1983), naturalizzato statunitense, nel periodo della prima guerra mondiale. Le immagini vengono realizzate disponendo in spazi aperti, di norma campi militari, migliaia di persone a formare raffigurazioni in grande scala di simboli patriottici americani (la Statua delle Libertà, il ritratto dell’allora presidente Thomas Wilson, l’aquila americana ecc.). La figura inquadrata risultava fortemente distorta se non osservata dal punto di vista corretto − quello dello scatto − della prospettiva a quadro inclinato, tanto da poter essere definita un’immagine in anamorfosi. Grazie ad alcuni dati riportati negli archivi relativi alla fotografia titolata Human Statue of Liberty è stata approssimata una ricostruzione in ambiente digitale della deformazione subita da tale soggetto proiettato nel paesaggio. Soggetti politici o religiosi deformati anamorficamente compaiono nel periodo barocco nel trattato La Perspective Curieuse di Jean François Niceron (1613-1646), mentre il frontespizio del Leviatano di Thomas Hobbes (1588-1679) raffigura il corpo del sovrano composto dai corpi dei suoi sudditi. Artisti più contemporanei, sebbene non interessati a immortalare soggetti di propaganda politica, hanno impiegato l’apparecchio fotografico per investigare le leggi percettive della visione proprio in relazione a immagini fortemente distorte, ma rettificate dal punto di vista dello scatto. L’olandese Jan Dibbets, considerato uno dei principali esponenti dell’arte concettuale, nelle sue Perspective Corrections, fotografa forme geometriche elementari sospese nel paesaggio e distorte, con metodo geometrico, in funzione del loro raddrizzamento dal punto di osservazione corretto. Nelle conclusioni viene offerto un breve raffronto tra le opere di Mole e quelle di fotografi a lui contemporanei impegnati nel contesto europeo nella creazione di immagini satiriche o propagandistiche di regime, qui viene citata la tecnica del fotomontaggio come strumento per elevare l’immagine fotografica a opera d’arte e quindi non relegata a mero strumento di documentazione, un atteggiamento che forse ispirò le ‘fotografie viventi anamorfiche’ di Arthur Mole.File | Dimensione | Formato | |
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