Una canzone pop degli anni 2000 ripeteva ritmicamente che “Rome wasn’t built in a day” (Rome Wasn’t Built in a Day, Morcheeba, 2000). E come darle torto? Dietro quella semplice frase si cela la molteplicità di elementi che hanno reso Roma un modello architettonico per millenni, tanto complesso da non poter essere “costruito in un giorno”, come a dire che tutto lo sforzo compiuto per assemblarla è fin troppo per le capacità umane. Le cinte murarie hanno cercato di contenere tutto quello che è stato architettura e tutto quello che è diventato tale grazie ad esse. Come la vetrina di un negozio, le Mura di Roma diventano anticipazione di un viaggio attraverso il tempo e lo spazio in un racconto immaginifico in cui la linea di demarcazione diventa percorso evolutivo dell’architettura. Tutti gli architetti del mondo, in qualsiasi epoca, hanno fondato il loro operato studiando quello che Roma ha dimostrato nella sua unicità, come un modello da seguire o un insegnamento da fare proprio. Così le cinte murarie delle diverse epoche possono essere lette come una testimonianza, una linea del tempo che dagli antichi edifici romani ha portato alla realizzazione di architetture contemporanee. La linea su cui sorgono le Mura di Roma è stata dapprima una rivendicazione del controllo sullo spazio cittadino, per poi diventare base per la creazione di un “monumento continuo” attraverso le cui stratificazioni si può osservare l’evoluzione dell’architettura nella storia. Dal Teatro Marcello alla Ville Savoy, da Villa Borghese al Beaubourg, dagli acquedotti alla Villa Dall’Ava. Questa successione di corsi di epoche diverse ha contenuto per secoli quella che sarebbe diventata la storia dell’architettura e che avrebbe influenzato la successiva storia dell’architettura fino ai giorni nostri. Le mura non sono un semplice contenitore di spazio ma un viaggio alla scoperta dell’Architettura. Non sono una semplice disposizione di pietre e mattoni ma un susseguirsi di insegnamenti. Non sono un limite ma un punto di partenza.
“Rome wasn’t built in a day”. Frammenti architettonici per un racconto pop attraverso spazio e tempo
Ilenia Iuri
2024-01-01
Abstract
Una canzone pop degli anni 2000 ripeteva ritmicamente che “Rome wasn’t built in a day” (Rome Wasn’t Built in a Day, Morcheeba, 2000). E come darle torto? Dietro quella semplice frase si cela la molteplicità di elementi che hanno reso Roma un modello architettonico per millenni, tanto complesso da non poter essere “costruito in un giorno”, come a dire che tutto lo sforzo compiuto per assemblarla è fin troppo per le capacità umane. Le cinte murarie hanno cercato di contenere tutto quello che è stato architettura e tutto quello che è diventato tale grazie ad esse. Come la vetrina di un negozio, le Mura di Roma diventano anticipazione di un viaggio attraverso il tempo e lo spazio in un racconto immaginifico in cui la linea di demarcazione diventa percorso evolutivo dell’architettura. Tutti gli architetti del mondo, in qualsiasi epoca, hanno fondato il loro operato studiando quello che Roma ha dimostrato nella sua unicità, come un modello da seguire o un insegnamento da fare proprio. Così le cinte murarie delle diverse epoche possono essere lette come una testimonianza, una linea del tempo che dagli antichi edifici romani ha portato alla realizzazione di architetture contemporanee. La linea su cui sorgono le Mura di Roma è stata dapprima una rivendicazione del controllo sullo spazio cittadino, per poi diventare base per la creazione di un “monumento continuo” attraverso le cui stratificazioni si può osservare l’evoluzione dell’architettura nella storia. Dal Teatro Marcello alla Ville Savoy, da Villa Borghese al Beaubourg, dagli acquedotti alla Villa Dall’Ava. Questa successione di corsi di epoche diverse ha contenuto per secoli quella che sarebbe diventata la storia dell’architettura e che avrebbe influenzato la successiva storia dell’architettura fino ai giorni nostri. Le mura non sono un semplice contenitore di spazio ma un viaggio alla scoperta dell’Architettura. Non sono una semplice disposizione di pietre e mattoni ma un susseguirsi di insegnamenti. Non sono un limite ma un punto di partenza.File | Dimensione | Formato | |
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