La professione educativa ha trovato, negli ultimi 20 anni, ambiti e contesti di esercizio che erano impensabili, perché rispondenti ad emergenze educative che solo via via si sono manifestate con complessità crescente, soprattutto dal punto di vista sociale. La figura dell’educatore ha così assunto declinazioni diverse, sempre meno generaliste e sempre più specifiche, impegnata a trovare direttamente a contatto con le caratteristiche dei contesti la sua identità di volta in volta nell’incrociarsi, senza sovrapporsi, ad altre figure professionali, provenienti da ambiti sanitari o dichiaratamente sociali. Il lavoro educativo territoriale, in particolare, si declina in tante forme di accompagnamento e presenza educativa, che forgiano la loro stessa identità rispondendo ad esigenze dei territori ma contraddistinguendola sulla base di specifiche competenze che si specializzano sia nel contatto con gli educandi, sia nel rapporto con gli altri attori della rete in cui il servizio ha sede. Il contributo intende ricostruire l’immagine di quelle geografie dove si declinano le caratteristiche fondamentali dell’agire professionale (Madriz, 2022) in un contesto specifico, rappresentato da un servizio di accoglienza per giovani che fanno uso di sostanze, che si presenta come un presidio territoriale di natura sanitaria, sociale ed educativa. La natura complessa del servizio e il fatto che spesso esso assuma, nella sua dimensione di intreccio di professionalità e ruoli, una connotazione chiara dal punto di vista sanitario ma ancora non altrettanto dal punto di vista educativo, fanno della sua connotazione identitaria un interessante oggetto di indagine pedagogica, proprio perché snodandosi nella convivenza tra pratiche mediche, infermieristiche, psicoterapeutiche e sociali, pone alle figure educative quesiti che si dispiegano tra l’emergenza e l’incertezza, costituendo forse la cifra più alta di un reale impegno nei confronti della comunità. In linea con i temi del Convegno, il contributo intende argomentare le ragioni per cui un servizio educativo territoriale come quello indagato risulti essere un presidio capace di lavorare in ottica trasformativa ed emancipativa, aderente alla comunità e alle sue istanze attuali.

Una professione declinata nell'incertezza: educatori tra servizi e territorio.

Elisabetta Madriz
2025-01-01

Abstract

La professione educativa ha trovato, negli ultimi 20 anni, ambiti e contesti di esercizio che erano impensabili, perché rispondenti ad emergenze educative che solo via via si sono manifestate con complessità crescente, soprattutto dal punto di vista sociale. La figura dell’educatore ha così assunto declinazioni diverse, sempre meno generaliste e sempre più specifiche, impegnata a trovare direttamente a contatto con le caratteristiche dei contesti la sua identità di volta in volta nell’incrociarsi, senza sovrapporsi, ad altre figure professionali, provenienti da ambiti sanitari o dichiaratamente sociali. Il lavoro educativo territoriale, in particolare, si declina in tante forme di accompagnamento e presenza educativa, che forgiano la loro stessa identità rispondendo ad esigenze dei territori ma contraddistinguendola sulla base di specifiche competenze che si specializzano sia nel contatto con gli educandi, sia nel rapporto con gli altri attori della rete in cui il servizio ha sede. Il contributo intende ricostruire l’immagine di quelle geografie dove si declinano le caratteristiche fondamentali dell’agire professionale (Madriz, 2022) in un contesto specifico, rappresentato da un servizio di accoglienza per giovani che fanno uso di sostanze, che si presenta come un presidio territoriale di natura sanitaria, sociale ed educativa. La natura complessa del servizio e il fatto che spesso esso assuma, nella sua dimensione di intreccio di professionalità e ruoli, una connotazione chiara dal punto di vista sanitario ma ancora non altrettanto dal punto di vista educativo, fanno della sua connotazione identitaria un interessante oggetto di indagine pedagogica, proprio perché snodandosi nella convivenza tra pratiche mediche, infermieristiche, psicoterapeutiche e sociali, pone alle figure educative quesiti che si dispiegano tra l’emergenza e l’incertezza, costituendo forse la cifra più alta di un reale impegno nei confronti della comunità. In linea con i temi del Convegno, il contributo intende argomentare le ragioni per cui un servizio educativo territoriale come quello indagato risulti essere un presidio capace di lavorare in ottica trasformativa ed emancipativa, aderente alla comunità e alle sue istanze attuali.
2025
9791255683087
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