La pandemia da Covid-19 ha portato all’adozione di misure emergenziali necessarie per contenere la diffusione del contagio che si sono tradotte nella chiusura di attività produttive e commerciali per periodi di durata variabile, consentendo, allo stesso tempo, lo svolgimento di alcune attività professionali da remoto. Il capitolo fornisce un quadro descrittivo degli impatti dell’evento pandemico sul settore dell’energia a livello globale e ne delinea le conseguenze sulla transizione verso l’impiego di fonti di energia rinnovabile. A livello globale, si rileva che l’epidemia da Coronavirus ha portato ad un calo del 4% della domanda di energia nel 2020 rispetto al 2019, seguita poi da una crescita dello 0,5% nel 2021 rispetto al 2020 per effetto di un allentamento delle misure di restrizione. Queste ultime hanno determinato una riduzione della domanda di elettricità, particolarmente accentuata e crescente nelle settimane dalla decima alla quattordicesima del 2020. Il calo ha avuto natura eterogenea, in Europa, in base alla severità dei divieti posti in essere dai differenti Paesi, più accentuato, ad esempio, per Italia, Spagna, Regno Unito e Belgio, meno, invece, per Paesi Bassi e Svezia. La produzione di elettricità a livello globale è stata inferiore del 2,6% nel primo trimestre del 2020 rispetto al primo trimestre del 2019, ma la generazione di elettricità attraverso energie rinnovabili è aumentata del 3%, soprattutto grazie ad un significativo aumento dell’energia eolica e di quella solare fotovoltaica. Ciò ha determinato che la quota di energie rinnovabili nella fornitura di energia elettrica si sia avvicinata al 28% nel primo trimestre del 2020, rispetto al 26% del primo trimestre del 2019. Le statistiche però mettono in evidenza come gli interventi pubblici a supporto del settore dell’energia negli anni 2021-2020 si siano diretti soprattutto a sostenere le fonti non rinnovabili senza condizionalità, sottolineando, come, a livello globale, l’interesse pubblico per la tutela ambientale sia ancora arretrato. Distintivo è, invece, il caso dell’Unione Europea, in cui la pandemia ha accelerato la transizione ecologica, che era già in atto, ed ha fornito la possibilità di colmare il divario esistente tra paesi con obiettivi di transizione più modesta ed altri con obiettivi più avanzati. Il capitolo sottolinea come il limitato spazio fiscale di numerosi paesi, soprattutto europei, suggerisca che la transizione ecologica sia supportata da investimenti privati in fonti rinnovabili. Il lavoro propone altresì un miglioramento della digitalizzazione, l’adozione di uno stile di vita improntato ad un più basso uso di energia e la necessità di perseverare nel miglioramento dell’economia circolare.
L’impatto della pandemia da Covid-19 sull’energia: fluttuazioni, energie rinnovabili e transizione ecologica
Marco Giansoldati
;Tullio Gregori
2025-01-01
Abstract
La pandemia da Covid-19 ha portato all’adozione di misure emergenziali necessarie per contenere la diffusione del contagio che si sono tradotte nella chiusura di attività produttive e commerciali per periodi di durata variabile, consentendo, allo stesso tempo, lo svolgimento di alcune attività professionali da remoto. Il capitolo fornisce un quadro descrittivo degli impatti dell’evento pandemico sul settore dell’energia a livello globale e ne delinea le conseguenze sulla transizione verso l’impiego di fonti di energia rinnovabile. A livello globale, si rileva che l’epidemia da Coronavirus ha portato ad un calo del 4% della domanda di energia nel 2020 rispetto al 2019, seguita poi da una crescita dello 0,5% nel 2021 rispetto al 2020 per effetto di un allentamento delle misure di restrizione. Queste ultime hanno determinato una riduzione della domanda di elettricità, particolarmente accentuata e crescente nelle settimane dalla decima alla quattordicesima del 2020. Il calo ha avuto natura eterogenea, in Europa, in base alla severità dei divieti posti in essere dai differenti Paesi, più accentuato, ad esempio, per Italia, Spagna, Regno Unito e Belgio, meno, invece, per Paesi Bassi e Svezia. La produzione di elettricità a livello globale è stata inferiore del 2,6% nel primo trimestre del 2020 rispetto al primo trimestre del 2019, ma la generazione di elettricità attraverso energie rinnovabili è aumentata del 3%, soprattutto grazie ad un significativo aumento dell’energia eolica e di quella solare fotovoltaica. Ciò ha determinato che la quota di energie rinnovabili nella fornitura di energia elettrica si sia avvicinata al 28% nel primo trimestre del 2020, rispetto al 26% del primo trimestre del 2019. Le statistiche però mettono in evidenza come gli interventi pubblici a supporto del settore dell’energia negli anni 2021-2020 si siano diretti soprattutto a sostenere le fonti non rinnovabili senza condizionalità, sottolineando, come, a livello globale, l’interesse pubblico per la tutela ambientale sia ancora arretrato. Distintivo è, invece, il caso dell’Unione Europea, in cui la pandemia ha accelerato la transizione ecologica, che era già in atto, ed ha fornito la possibilità di colmare il divario esistente tra paesi con obiettivi di transizione più modesta ed altri con obiettivi più avanzati. Il capitolo sottolinea come il limitato spazio fiscale di numerosi paesi, soprattutto europei, suggerisca che la transizione ecologica sia supportata da investimenti privati in fonti rinnovabili. Il lavoro propone altresì un miglioramento della digitalizzazione, l’adozione di uno stile di vita improntato ad un più basso uso di energia e la necessità di perseverare nel miglioramento dell’economia circolare.File | Dimensione | Formato | |
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