Storicamente, le posizioni contrarie alle vaccinazioni sono sempre esistite. La propagazione dei messaggi anti-vaccino, tuttavia, avveniva attraverso mezzi di informazione limitati. Nell’Ottocento il dibattito coinvolgeva le classi sociali istruite. La maggior parte della popolazione era analfabeta e veniva raggiunta dai messaggi anti-vaccino tramite l’uso di vignette che non richiedevano particolari sforzi di approfondimento. Da un punto di vista più strettamente politico-istituzionale, i contesti in cui tali dibattiti si sviluppavano erano lontani dalle democrazie moderne. L’analfabetismo diffuso e la mancanza di istituzioni democratiche contribuirono al successo delle campagne di vaccinazione. Le contestazioni all’uso dei vaccini si sviluppavano prettamente in seno alla classe intellettuale: ad esempio, in seguito all’introduzione della vaccinazione obbligatoria, istituita dal Vaccination Act del 1853 in Inghilterra, vi furono numerose critiche da parte di medici, politici, e anche di celebrità come George Bernard Shaw e Alfred Russel Wallace (Porter e Porter, 1988). Pertanto la storia dei movimenti anti-vaccini non è recente e paradossalmente, come hanno sottolineato Wilson e Wiysonge (2020), le posizioni più 207estreme contro i vaccini si concentrano proprio nei paesi più democratici e con livelli di istruzione più elevati. Da un lato, dunque, la garanzia della libertà di parola, che è l’essenza della democrazia moderna; dall’altro, il rischio che questa libertà possa condurre a comportamenti pericolosi per l’intera comunità. Ci troviamo di fronte a quello che gli autori definiscono “il dilemma” delle democrazie. A rendere ancora più drammatiche le conseguenze di questo dilemma è senza dubbio l’attuale potere comunicativo degli Online Social Media (OSM). Il ruolo dei social media nell’aggravare le posizioni critiche verso i vaccini ha da tempo attirato l’attenzione degli studiosi, non solo nel campo sociologico ma anche in quello medico ed epidemiologico (Davies et al., 2002; Keelan et al., 2007; Evrony e Caplan, 2017). Numerosi studi collegano la diffusione dei messaggi no vax a comportamenti di rifiuto delle pratiche vaccinali con la conseguente diffusione di epidemie (Ball, 2020). Quest’ultimo aspetto è sotto la lente di ingrandimento da parte dell'OMS, che vede proprio la diffusione dei gruppi no vax sui social network come una minaccia per la salute globale nei prossimi anni (World Health Organization, 2019). A complicare ancora di più lo scenario ed esacerbare ulteriormente il dibattito soprattutto online è il subentrare di un ulteriore evento di portata epocale ossia il conflitto tra Russia e Ucraina scoppiato subito dopo la crisi pandemica. Tra gli OSM e i luoghi virtuali dove si sviluppa il dibattito in merito a tali eventi, un ruolo chiave è svolto dalla piattaforma Twitter. Twitter ha un’importanza fondamentale per l’analisi delle opinioni (Kwak et al., 2010; Onorati e Diaz, 2016), la loro diffusione e l’incidenza che hanno sugli utenti attivi nell’ambito di tale piattaforma. Risulta piuttosto interessante, quindi, studiare le dinamiche e i modi con cui le opinioni sui vaccini e sulle misure di contenimento della pandemia si diffondono (De Stefano e Santelli, 2019), in che tipo di comunità tale dibattito prende forma (D’Agata et al., 2022; 2024) e come questa evolve nel caso appunto di ulteriori eventi di portata e impatto simile. Come sottolineato in alcuni lavori (Murthy, 2018), la comunicazione moderna via social è allo stesso tempo individualistica e comunitaria. Essa è in grado di dare agli utenti una possibilità di esprimere il proprio pensiero individuale attraverso un post ad esempio, impegnandosi però allo stesso tempo in un’attività comunitaria e in dinamiche di gruppo. In questa prospettiva, lo sviluppo di un approccio integrato, semantico per il livello “individuale” di analisi delle reti sociali per la dimensione “comunitaria”, è la sfida della procedura proposta, e cioè tenere contemporaneamente in considerazione i due aspetti delle interazioni proprie di Twitter. In particolare, l’analisi si concentrerà sull’individuazione delle communities online che si strutturano intorno al dibattito no green-pass e 208no-vax come descritte nel lavoro di D’Agata et al. (2024) e come queste evolvono e si innestano in altre comunità che si sviluppano invece intorno agli eventi legati al conflitto Russo-Ucraino avvenuto subito dopo il periodo del covid-19. Nel presente lavoro, seguendo l’approccio proposto in D’Agata et al. (2022), si adotta una procedura in due fasi per estrarre i concetti semantici dai tweet e costruire una particolare rete two-mode, ossia un di un grafo bipartito (Borgatti, 2009), da cui individuare le cosiddette communities, gruppi di hashtag e utenti che si aggregano per i temi dibattuti. Per individuare le comunità di utenti collegate attraverso i concetti condivisi, è stato usato un metodo di community detection per reti two-mode, basato su un’estensione del fast-greedy progettata per reti bipartite, noto come “DIRTLPAwb+” (Beckett, 2016). L’obiettivo è riconoscere comunità di utenti che esprimono opinioni e concetti differenti (rilevati tramite hashtag) nel dibattito su vaccini, greenpass e successivamente sull’evento legato al conflitto tra Russia e Ucraina.
Polarizzazione digitale sui social media: no-vax, no green-pass e conflitto russo-ucraino
Domenico De Stefano
;Francesco Santelli
2025-01-01
Abstract
Storicamente, le posizioni contrarie alle vaccinazioni sono sempre esistite. La propagazione dei messaggi anti-vaccino, tuttavia, avveniva attraverso mezzi di informazione limitati. Nell’Ottocento il dibattito coinvolgeva le classi sociali istruite. La maggior parte della popolazione era analfabeta e veniva raggiunta dai messaggi anti-vaccino tramite l’uso di vignette che non richiedevano particolari sforzi di approfondimento. Da un punto di vista più strettamente politico-istituzionale, i contesti in cui tali dibattiti si sviluppavano erano lontani dalle democrazie moderne. L’analfabetismo diffuso e la mancanza di istituzioni democratiche contribuirono al successo delle campagne di vaccinazione. Le contestazioni all’uso dei vaccini si sviluppavano prettamente in seno alla classe intellettuale: ad esempio, in seguito all’introduzione della vaccinazione obbligatoria, istituita dal Vaccination Act del 1853 in Inghilterra, vi furono numerose critiche da parte di medici, politici, e anche di celebrità come George Bernard Shaw e Alfred Russel Wallace (Porter e Porter, 1988). Pertanto la storia dei movimenti anti-vaccini non è recente e paradossalmente, come hanno sottolineato Wilson e Wiysonge (2020), le posizioni più 207estreme contro i vaccini si concentrano proprio nei paesi più democratici e con livelli di istruzione più elevati. Da un lato, dunque, la garanzia della libertà di parola, che è l’essenza della democrazia moderna; dall’altro, il rischio che questa libertà possa condurre a comportamenti pericolosi per l’intera comunità. Ci troviamo di fronte a quello che gli autori definiscono “il dilemma” delle democrazie. A rendere ancora più drammatiche le conseguenze di questo dilemma è senza dubbio l’attuale potere comunicativo degli Online Social Media (OSM). Il ruolo dei social media nell’aggravare le posizioni critiche verso i vaccini ha da tempo attirato l’attenzione degli studiosi, non solo nel campo sociologico ma anche in quello medico ed epidemiologico (Davies et al., 2002; Keelan et al., 2007; Evrony e Caplan, 2017). Numerosi studi collegano la diffusione dei messaggi no vax a comportamenti di rifiuto delle pratiche vaccinali con la conseguente diffusione di epidemie (Ball, 2020). Quest’ultimo aspetto è sotto la lente di ingrandimento da parte dell'OMS, che vede proprio la diffusione dei gruppi no vax sui social network come una minaccia per la salute globale nei prossimi anni (World Health Organization, 2019). A complicare ancora di più lo scenario ed esacerbare ulteriormente il dibattito soprattutto online è il subentrare di un ulteriore evento di portata epocale ossia il conflitto tra Russia e Ucraina scoppiato subito dopo la crisi pandemica. Tra gli OSM e i luoghi virtuali dove si sviluppa il dibattito in merito a tali eventi, un ruolo chiave è svolto dalla piattaforma Twitter. Twitter ha un’importanza fondamentale per l’analisi delle opinioni (Kwak et al., 2010; Onorati e Diaz, 2016), la loro diffusione e l’incidenza che hanno sugli utenti attivi nell’ambito di tale piattaforma. Risulta piuttosto interessante, quindi, studiare le dinamiche e i modi con cui le opinioni sui vaccini e sulle misure di contenimento della pandemia si diffondono (De Stefano e Santelli, 2019), in che tipo di comunità tale dibattito prende forma (D’Agata et al., 2022; 2024) e come questa evolve nel caso appunto di ulteriori eventi di portata e impatto simile. Come sottolineato in alcuni lavori (Murthy, 2018), la comunicazione moderna via social è allo stesso tempo individualistica e comunitaria. Essa è in grado di dare agli utenti una possibilità di esprimere il proprio pensiero individuale attraverso un post ad esempio, impegnandosi però allo stesso tempo in un’attività comunitaria e in dinamiche di gruppo. In questa prospettiva, lo sviluppo di un approccio integrato, semantico per il livello “individuale” di analisi delle reti sociali per la dimensione “comunitaria”, è la sfida della procedura proposta, e cioè tenere contemporaneamente in considerazione i due aspetti delle interazioni proprie di Twitter. In particolare, l’analisi si concentrerà sull’individuazione delle communities online che si strutturano intorno al dibattito no green-pass e 208no-vax come descritte nel lavoro di D’Agata et al. (2024) e come queste evolvono e si innestano in altre comunità che si sviluppano invece intorno agli eventi legati al conflitto Russo-Ucraino avvenuto subito dopo il periodo del covid-19. Nel presente lavoro, seguendo l’approccio proposto in D’Agata et al. (2022), si adotta una procedura in due fasi per estrarre i concetti semantici dai tweet e costruire una particolare rete two-mode, ossia un di un grafo bipartito (Borgatti, 2009), da cui individuare le cosiddette communities, gruppi di hashtag e utenti che si aggregano per i temi dibattuti. Per individuare le comunità di utenti collegate attraverso i concetti condivisi, è stato usato un metodo di community detection per reti two-mode, basato su un’estensione del fast-greedy progettata per reti bipartite, noto come “DIRTLPAwb+” (Beckett, 2016). L’obiettivo è riconoscere comunità di utenti che esprimono opinioni e concetti differenti (rilevati tramite hashtag) nel dibattito su vaccini, greenpass e successivamente sull’evento legato al conflitto tra Russia e Ucraina.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Pandemia e vaccinazioni-distefano.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Documento in Versione Editoriale
Licenza:
Creative commons
Dimensione
501.42 kB
Formato
Adobe PDF
|
501.42 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


