Il recupero dello spazio della dacia come locus dell’idillio, della felice armonia tra uomo e natura contrapposto allo spazio urbano, identificato ai primi del Novecento con la volgarità, è condizionato dal costituirsi di quello stesso spazio secondo un modello diverso non più riconoscibile soltanto nelle categorie dello svago e del piacere. Nel Secolo d’argento entra in gioco una nuova categoria: lo spazio estetico che assume caratteri diversi strettamente dipendenti dalla collocazione topografica delle dace, situate in spazi lontani dalla città, e di cui è componente essenziale una figura particolare di dačnik, l’intelligent pietroburghese. La mediazione culturale dell’intelligent trasforma quel particolare locus in spazio estetico, dove lo svago si declina nel segno di un atto creativo. Si delineano due possibili alternative: il modello di dacia-usad’ba, orientato a un ideale di bellezza, destinato a soccombere ai ritmi della modernità. L’altro modello è un tentativo di trovare un felice compromesso tra adesione spontanea alla natura ed elaborazione dei valori intellettuali e culturali, assimilati dalla città, in una dimensione di “tranquillità creativa”.

Dachnaja tradicija v Serebrjanom veke

DEOTTO, Patrizia
2004-01-01

Abstract

Il recupero dello spazio della dacia come locus dell’idillio, della felice armonia tra uomo e natura contrapposto allo spazio urbano, identificato ai primi del Novecento con la volgarità, è condizionato dal costituirsi di quello stesso spazio secondo un modello diverso non più riconoscibile soltanto nelle categorie dello svago e del piacere. Nel Secolo d’argento entra in gioco una nuova categoria: lo spazio estetico che assume caratteri diversi strettamente dipendenti dalla collocazione topografica delle dace, situate in spazi lontani dalla città, e di cui è componente essenziale una figura particolare di dačnik, l’intelligent pietroburghese. La mediazione culturale dell’intelligent trasforma quel particolare locus in spazio estetico, dove lo svago si declina nel segno di un atto creativo. Si delineano due possibili alternative: il modello di dacia-usad’ba, orientato a un ideale di bellezza, destinato a soccombere ai ritmi della modernità. L’altro modello è un tentativo di trovare un felice compromesso tra adesione spontanea alla natura ed elaborazione dei valori intellettuali e culturali, assimilati dalla città, in una dimensione di “tranquillità creativa”.
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