Il fiume Isonzo è la principale sorgente di mercurio (Hg) nel Golfo di Trieste (Mar Adriatico ). Un suo tributario, il fiume Idrijca, drena i terreni mercuriferi dell’area di Idria nella Slovenia occidentale. La prolungata attività estrattiva della miniera di Idria si è protratta per circa 500 anni, interrompendosi definitivamente nel 1996. Più di 5 milioni di tonnellate di roccia mineralizzata a Hg (cinabro) sono state escavate e si stima che solo il 73% del Hg ad esse associato sia stato recuperato. Per tale ragione non solamente il sistema fluviale Isonzo-Idrijca ma anche il Golfo di Trieste ha ricevuto e sta attualmente ricevendo elevate quantità di mercurio. Concentrazioni fino a 25-30 µg g-1 del metallo sono state riscontrate alla foce dell’Isonzo evidenziando un decremento esponenziale con la distanza dal punto sorgente verso il mare aperto. Il Hg è presente in forma detritica (cinabro) nei sedimenti siltoso-sabbiosi in prossimità della foce fluviale e nei lidi costieri ad essa adiacenti. Nell’area del centrale del golfo il Hg è associato alle particelle più fini, probabilmente assorbito sulla superficie dei minerali argillosi e/o parzialmente complessato dai colloidi e dalla sostanza organica. L’evoluzione storica della contaminazione da Hg nei sedimenti marini recenti è stata studiata attraverso l’analisi di dettagliato di quattro carote prelevate nel golfo. Il fattore di arricchimento (F.A.) calcolato per il Hg indica che i sedimenti nel settore centrale del Golfo di Trieste sono contaminati fino a 90 cm di profondità e fino ad un massimo di oltre 60 volte il tenore di background regionale per il metallo. L’andamento con la profondità si correla molto bene con i dati relativi all’attività estrattiva ad Idria, tanto da permettere la stima di tassi deposizionali indicativi, in almeno due carote (GT2 e AA1), ed il calcolo dei flussi di Hg nei sedimenti di fondo. Sebbene il flusso di Hg nei sedimenti sia diminuito durante gli ultimi 80 anni e l’attività mineraria si sia arrestata nel 1996, è da ritenere al momento che l’ambiente marino non possa ritornare in un periodo di tempo breve ad una situazione simile a quella originaria, pre-attività estrattiva, poiché gli apporti fluviali sono ancora caratterizzati da elevati tenori di Hg.

Evoluzione storica recente dell’accumulo di mercurio nei sedimenti del Golfo di Trieste

COVELLI, STEFANO
2001-01-01

Abstract

Il fiume Isonzo è la principale sorgente di mercurio (Hg) nel Golfo di Trieste (Mar Adriatico ). Un suo tributario, il fiume Idrijca, drena i terreni mercuriferi dell’area di Idria nella Slovenia occidentale. La prolungata attività estrattiva della miniera di Idria si è protratta per circa 500 anni, interrompendosi definitivamente nel 1996. Più di 5 milioni di tonnellate di roccia mineralizzata a Hg (cinabro) sono state escavate e si stima che solo il 73% del Hg ad esse associato sia stato recuperato. Per tale ragione non solamente il sistema fluviale Isonzo-Idrijca ma anche il Golfo di Trieste ha ricevuto e sta attualmente ricevendo elevate quantità di mercurio. Concentrazioni fino a 25-30 µg g-1 del metallo sono state riscontrate alla foce dell’Isonzo evidenziando un decremento esponenziale con la distanza dal punto sorgente verso il mare aperto. Il Hg è presente in forma detritica (cinabro) nei sedimenti siltoso-sabbiosi in prossimità della foce fluviale e nei lidi costieri ad essa adiacenti. Nell’area del centrale del golfo il Hg è associato alle particelle più fini, probabilmente assorbito sulla superficie dei minerali argillosi e/o parzialmente complessato dai colloidi e dalla sostanza organica. L’evoluzione storica della contaminazione da Hg nei sedimenti marini recenti è stata studiata attraverso l’analisi di dettagliato di quattro carote prelevate nel golfo. Il fattore di arricchimento (F.A.) calcolato per il Hg indica che i sedimenti nel settore centrale del Golfo di Trieste sono contaminati fino a 90 cm di profondità e fino ad un massimo di oltre 60 volte il tenore di background regionale per il metallo. L’andamento con la profondità si correla molto bene con i dati relativi all’attività estrattiva ad Idria, tanto da permettere la stima di tassi deposizionali indicativi, in almeno due carote (GT2 e AA1), ed il calcolo dei flussi di Hg nei sedimenti di fondo. Sebbene il flusso di Hg nei sedimenti sia diminuito durante gli ultimi 80 anni e l’attività mineraria si sia arrestata nel 1996, è da ritenere al momento che l’ambiente marino non possa ritornare in un periodo di tempo breve ad una situazione simile a quella originaria, pre-attività estrattiva, poiché gli apporti fluviali sono ancora caratterizzati da elevati tenori di Hg.
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