Il lavoro analizza la sentenza con cui la Cassazione civile ha indicato le condizioni alle quali un giudice può autorizzare la sospensione del trattamento sanitario dell’alimentazione e idratazione artificiale di un paziente in stato vegetativo permanente. Scopo del lavoro è di illustrare dal punto di vista penalistico, perché la decisione si presenta in linea con i principi dell’ordinamento e, in particolare, perché tale sospensione non rappresenta un fatto di reato. A questo proposito vengono dapprima presi in considerazione gli esempi delle giurisdizioni britannica e tedesca – House of Lords e Bundesgerichtshof -che hanno deciso su casi che presentavano lo stesso tipo di problema giuridico. Successivamente il lavoro considera le ragioni per cui il fatto dal giudice autorizzato non costituisce un fatto tipico. Vengono a questo scopo ricostruiti i fondamenti e i limiti della posizione di garanzia del medico nei confronti del paziente alla luce dei principi costituzionali, delle strutture del diritto penale e della deontologia medica. Nell’ultima parte si prende brevemente in considerazione il ruolo delle dichiarazioni anticipate di volontà (c.d.testamento biologico) in raffronto con la ricostruzione della volontà del paziente in caso di assenza di queste ultime, come nel caso di specie. Si mette altresì in luce come questo caso non rappresenti una forma di eutanasia.

Stato vegetativo permanente:una sindrome 'in cerca di un nome e un caso giudiziario in cerca di una decisione'. I profili penalistici della sentenza Cass. 4 ottobre 2007 sez. I civile sul caso di Eluana Englaro.

BARBIERI, MARIA CRISTINA
2008-01-01

Abstract

Il lavoro analizza la sentenza con cui la Cassazione civile ha indicato le condizioni alle quali un giudice può autorizzare la sospensione del trattamento sanitario dell’alimentazione e idratazione artificiale di un paziente in stato vegetativo permanente. Scopo del lavoro è di illustrare dal punto di vista penalistico, perché la decisione si presenta in linea con i principi dell’ordinamento e, in particolare, perché tale sospensione non rappresenta un fatto di reato. A questo proposito vengono dapprima presi in considerazione gli esempi delle giurisdizioni britannica e tedesca – House of Lords e Bundesgerichtshof -che hanno deciso su casi che presentavano lo stesso tipo di problema giuridico. Successivamente il lavoro considera le ragioni per cui il fatto dal giudice autorizzato non costituisce un fatto tipico. Vengono a questo scopo ricostruiti i fondamenti e i limiti della posizione di garanzia del medico nei confronti del paziente alla luce dei principi costituzionali, delle strutture del diritto penale e della deontologia medica. Nell’ultima parte si prende brevemente in considerazione il ruolo delle dichiarazioni anticipate di volontà (c.d.testamento biologico) in raffronto con la ricostruzione della volontà del paziente in caso di assenza di queste ultime, come nel caso di specie. Si mette altresì in luce come questo caso non rappresenti una forma di eutanasia.
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