Prendendo spunto dalle carte difensive presentate da Marcello Piacentini nel 1945 in occasione del processo di epurazione e confrontandole con la ricca documentazione proveniente da varie fonti archivistiche, il saggio esamina i rapporti intrecciati dall’architetto con le gerarchie del fascismo e in particolare con Mussolini. Da un lato si vuole evidenziare il ruolo centrale svolto dall’architetto nella definizione e nella attuazione della politica architettonica del fascismo; dall’altro si vuole rilevare le “verità taciute” da Piacentini, in coerenza con la strategia difensiva adottata nel processo di epurazione. Tale strategia è tesa a liberare l’architetto da qualsiasi responsabilità morale e politica, in nome di una presunta autonomia del “tecnico” e dell’ “artista” dalla sfera della politica. La tesi difensiva di Piacentini è vincente ed è in linea con una certa storiografia di successo dell’immediato dopoguerra, riproposta ancora ai nostri giorni, che di proposito ha sostituito alla complessità e alla contraddizioni della storia del ventennio una sua rappresentazione edulcorata.

I conti con il fascismo: Marcello Piacentini, "memorie" e invenzione del passato al processo di epurazione

NICOLOSO, PAOLO
2010-01-01

Abstract

Prendendo spunto dalle carte difensive presentate da Marcello Piacentini nel 1945 in occasione del processo di epurazione e confrontandole con la ricca documentazione proveniente da varie fonti archivistiche, il saggio esamina i rapporti intrecciati dall’architetto con le gerarchie del fascismo e in particolare con Mussolini. Da un lato si vuole evidenziare il ruolo centrale svolto dall’architetto nella definizione e nella attuazione della politica architettonica del fascismo; dall’altro si vuole rilevare le “verità taciute” da Piacentini, in coerenza con la strategia difensiva adottata nel processo di epurazione. Tale strategia è tesa a liberare l’architetto da qualsiasi responsabilità morale e politica, in nome di una presunta autonomia del “tecnico” e dell’ “artista” dalla sfera della politica. La tesi difensiva di Piacentini è vincente ed è in linea con una certa storiografia di successo dell’immediato dopoguerra, riproposta ancora ai nostri giorni, che di proposito ha sostituito alla complessità e alla contraddizioni della storia del ventennio una sua rappresentazione edulcorata.
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