Uno degli elementi di maggiore ambiguità nell’ambito della crisi afgana è costituito dalla natura e dagli obiettivi della politica estera pachistana. Ciò non può sorprendere vista la singolare evoluzione delle vicende che hanno visto il Pakistan, sin dagli anni ottanta, emergere come protagonista di ogni nuovo sviluppo nell’area cosiddetta “Af-Pak”. Dalla guerriglia dei mujahidin, alla creazione del movimento talibano fino all’11 settembre, Islamabad - o Rawalpindi - sono apparse a molti analisti come i luoghi-chiave per comprendere gli avvenimenti concernenti Kabul. D’altra parte, i reali o percepiti cambiamenti nella politica estera pachistana sono stati accolti spesso con sconcerto dall’opinione pubblica e dai governi occidentali, specialmente dopo l’11 settembre. In estrema sintesi, si può affermare che esistano, tra gli osservatori, due diverse linee d’analisi a riguardo. Un primo punto di vista percepisce la politica di Islamabad come frutto di un costante confronto fra settori della politica, della burocrazia e dell’esercito, portatori di agende distinte in politica estera. Tale visione, per lo più prevalente tra gli osservatori occidentali, ha di recente acquisito il sostegno di alcuni analisti pachistani . Una diversa interpretazione, al contrario, tende a considerare la politica di Islamabad come sostanzialmente costante nel tempo. Questa visione “realista” considera le apparenti incongruenze della politica pakistana come fisiologiche, dettate dall’abitudine dei leader di Islamabad ad adattarsi a un quadro politico tradizionalmente instabile.
Le relazioni afghano-pachistane: fra "neo-taliban" ed equilibri regionali
ABENANTE, DIEGO
2010-01-01
Abstract
Uno degli elementi di maggiore ambiguità nell’ambito della crisi afgana è costituito dalla natura e dagli obiettivi della politica estera pachistana. Ciò non può sorprendere vista la singolare evoluzione delle vicende che hanno visto il Pakistan, sin dagli anni ottanta, emergere come protagonista di ogni nuovo sviluppo nell’area cosiddetta “Af-Pak”. Dalla guerriglia dei mujahidin, alla creazione del movimento talibano fino all’11 settembre, Islamabad - o Rawalpindi - sono apparse a molti analisti come i luoghi-chiave per comprendere gli avvenimenti concernenti Kabul. D’altra parte, i reali o percepiti cambiamenti nella politica estera pachistana sono stati accolti spesso con sconcerto dall’opinione pubblica e dai governi occidentali, specialmente dopo l’11 settembre. In estrema sintesi, si può affermare che esistano, tra gli osservatori, due diverse linee d’analisi a riguardo. Un primo punto di vista percepisce la politica di Islamabad come frutto di un costante confronto fra settori della politica, della burocrazia e dell’esercito, portatori di agende distinte in politica estera. Tale visione, per lo più prevalente tra gli osservatori occidentali, ha di recente acquisito il sostegno di alcuni analisti pachistani . Una diversa interpretazione, al contrario, tende a considerare la politica di Islamabad come sostanzialmente costante nel tempo. Questa visione “realista” considera le apparenti incongruenze della politica pakistana come fisiologiche, dettate dall’abitudine dei leader di Islamabad ad adattarsi a un quadro politico tradizionalmente instabile.File | Dimensione | Formato | |
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