Il numero dei dipendenti (diretti e indiretti) del cantiere – che occupa un’area di quasi ottanta ettari, pari a circa ottanta campi di calcio – varia sulla base delle diverse fasi produttive, rimanendo comunque superiore alle quattromila unità. Ne deriva che disquisire sulla salute operaia nel cantiere significa trattare delle condizioni di lavoro e di vita di una fetta importante dei lavoratori metalmeccanici del Monfalconese e delle aree limitrofe. A questi operai furono richieste, per le diverse attività, forza fisica, attenzione, abilità manuali e competenza. Il cantiere di Monfalcone è sempre stato associato nell’immaginario collettivo alla pesantezza del lavoro e alla fatica, nonché a rischi, infortuni e malattie professionali. Questo rimane tuttora un ambiente produttivo peculiare e complesso: si verifica un’esposizione dei lavoratori a svariate sostanze nocive (fumi, gas, polveri) e ad agenti di natura fisica (rumore, vibrazioni) potenzialmente dannosi. Inoltre, il continuo svilupparsi delle tecnologie modifica costantemente le condizioni ambientali e rende difficoltose le identificazioni delle fonti di rischio nelle ricerche mediche, oltre che nelle ricostruzioni storiche. Il saggio analizza in particolare la gestione dei rischi all'Italcantieri di Monfalcone fra gli anni Sessanta e Ottanta

“DORMONO, DORMONO SULLA COLLINA”:LA SALUTE OPERAIA NEL CANTIERE DI MONFALCONE

BULLIAN, ENRICO
2009-01-01

Abstract

Il numero dei dipendenti (diretti e indiretti) del cantiere – che occupa un’area di quasi ottanta ettari, pari a circa ottanta campi di calcio – varia sulla base delle diverse fasi produttive, rimanendo comunque superiore alle quattromila unità. Ne deriva che disquisire sulla salute operaia nel cantiere significa trattare delle condizioni di lavoro e di vita di una fetta importante dei lavoratori metalmeccanici del Monfalconese e delle aree limitrofe. A questi operai furono richieste, per le diverse attività, forza fisica, attenzione, abilità manuali e competenza. Il cantiere di Monfalcone è sempre stato associato nell’immaginario collettivo alla pesantezza del lavoro e alla fatica, nonché a rischi, infortuni e malattie professionali. Questo rimane tuttora un ambiente produttivo peculiare e complesso: si verifica un’esposizione dei lavoratori a svariate sostanze nocive (fumi, gas, polveri) e ad agenti di natura fisica (rumore, vibrazioni) potenzialmente dannosi. Inoltre, il continuo svilupparsi delle tecnologie modifica costantemente le condizioni ambientali e rende difficoltose le identificazioni delle fonti di rischio nelle ricerche mediche, oltre che nelle ricostruzioni storiche. Il saggio analizza in particolare la gestione dei rischi all'Italcantieri di Monfalcone fra gli anni Sessanta e Ottanta
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