Se Dante, nel "De Vulgari", ha passato in rassegna tutti i dialetti d’Italia da lui conosciuti per darne alla fine un giudizio negativo, tale giudizio – sovente interpretato come chiusura di principio a qualunque forma di letteratura o di poesia ‘dialettale’ – si rivela, confrontato con altri luoghi della "Commedia", più una constatazione ‘di fatto’ che un a priori aristocratico e/o assoluto. Ciò significa che, proprio secondo la concezione che Dante ha modo di affermare qua e là, dipende dal poeta (soprattutto se grande e ispirato) creare e costruire una lingua eccelsa per la poesia e la cultura, e molto spesso accade che il punto di partenza sia proprio il dialetto nativo o, per dir meglio, il ‘parlar materno’.
« O tu…che parlavi mo lombardo » : dialetti e letteratura in Dante
COSSUTTA, FABIO
2011-01-01
Abstract
Se Dante, nel "De Vulgari", ha passato in rassegna tutti i dialetti d’Italia da lui conosciuti per darne alla fine un giudizio negativo, tale giudizio – sovente interpretato come chiusura di principio a qualunque forma di letteratura o di poesia ‘dialettale’ – si rivela, confrontato con altri luoghi della "Commedia", più una constatazione ‘di fatto’ che un a priori aristocratico e/o assoluto. Ciò significa che, proprio secondo la concezione che Dante ha modo di affermare qua e là, dipende dal poeta (soprattutto se grande e ispirato) creare e costruire una lingua eccelsa per la poesia e la cultura, e molto spesso accade che il punto di partenza sia proprio il dialetto nativo o, per dir meglio, il ‘parlar materno’.Pubblicazioni consigliate
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