La schiavitù, sradicata in Europa e Nord America, tra la fine del '700 e la seconda metà dell '800, è rimasta un'istituzione diffusa in vaste regioni del cosiddetto "Terzo Mondo". Paradossalmente, la rivoluzione industriale conseguente alla delocalizzazione in queste aree di produzione un tempo svolte nei continenti "avanzatii"; anziché promuoverne l'estinzione, la sta riportando in auge. Per effetto delle grandi migrazioni in atto, con direzioni Sud-Nord, ed Est-Ovest, sta anzi ricomparendo anche nei Paesi storicamente abolizionisti. Si deve quindi riconoscere che forme di sfruttamento senza limiti degli esseri umani costituiscono uno dei pilastri sui quali si regge la globalizzazione economica. L'articolo riassume la genesi delle nuove forme di schiavitù e ne precisa alcune caratteristiche.
Globalizzazione e schiavitù
BATTISTI, GIANFRANCO
2011-01-01
Abstract
La schiavitù, sradicata in Europa e Nord America, tra la fine del '700 e la seconda metà dell '800, è rimasta un'istituzione diffusa in vaste regioni del cosiddetto "Terzo Mondo". Paradossalmente, la rivoluzione industriale conseguente alla delocalizzazione in queste aree di produzione un tempo svolte nei continenti "avanzatii"; anziché promuoverne l'estinzione, la sta riportando in auge. Per effetto delle grandi migrazioni in atto, con direzioni Sud-Nord, ed Est-Ovest, sta anzi ricomparendo anche nei Paesi storicamente abolizionisti. Si deve quindi riconoscere che forme di sfruttamento senza limiti degli esseri umani costituiscono uno dei pilastri sui quali si regge la globalizzazione economica. L'articolo riassume la genesi delle nuove forme di schiavitù e ne precisa alcune caratteristiche.Pubblicazioni consigliate
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