La Puglia non fa parte degli itinerari consueti dei viaggiatori russi in Italia; le prime testimonianze scritte risalgono alla fine del Seicento e sono indicative della particolare connotazione che assume il viaggio dei russi in Puglia. E’ soprattutto il viaggio del devoto, che raggiunge Bari per venerare le reliquie di S. Nicola, e se si spinge a visitare altri luoghi è sempre per motivazioni religiose. Ai primi del Novecento l’approccio alla città pugliese si diversifica: se da un lato Bari è diventata meta irrinunciabile per i fedeli ortodossi che di ritorno da Gerusalemme fanno tappa nella città pugliese prima di raggiungere Roma, dall’altro comincia ad essere considerata una delle possibili tappe turistiche italiane. Il definitivo ingresso di Bari e della regione circostante nella mappa degli itinerari culturali dei russi in Italia si deve a Pavel Muratov che nell’estate del 1924 decide di intraprendere un viaggio in Puglia insieme a Teodoro Brenson (e non con Rakickij come scrive Berberova nel Corsivo è mio) e Maksim Peškov, immortalati rispettivamente nelle figure del pittore e del motociclista. Teodoro Brenson, pittore di origine lettone, dedica a questo viaggio quattordici acqueforti, La serie delle Puglie (1924), con le quali illustra nel 1928 il suo resoconto di viaggio, Voyages à travers la Pouille (Notes d’un peintre), pubblicato in francese. Nell’articolo si dimostra che i tre testi, intesi nel senso semiotico del termine: le due narrazioni e i disegni, possano essere letti come tre parti di unico testo in cui si compenetrano punti di vista diversi. Ad accomunare le diverse memorie di viaggio è un’aspettativa comune nell’approccio ai luoghi visitati: la ricerca di una conferma all’immagine di un’ Italia sognata, che la Puglia non disattende. La vita si svolge per lo più secondo ritmi antichi e la bellezza delle città e dei paesaggi offre un rifugio consolatorio agli affanni di quel periodo difficile, dovuto alla condizione di esuli dello scrittore e del pittore. Tuttavia al rientro in Campania l’immagine dell’Italia idealizzata, celebrata da Muratov in Obrazy Italii, viene compromessa da descrizioni che registrano aspetti disarmonici, la malaria imperversa a Battipaglia e il lungomare di Salerno è sfregiato dai casermoni, e rivelano in Muratov un approccio alla penisola più realistico. Brenson al contrario affronta il viaggio nel sud della penisola con l’entusiasmo del neofita: il suo rapporto con la vita quotidiana è sempre mediato da una lettura estetica soggettiva, che ignora gli aspetti prosaici e coglie nell’esperienza appena vissuta una fonte di speranza e un’occasione di appagamento spirituale.

Pavel Muratov i Fedor Brenson: putešestvie pisatelja i chudožnika po Apulii

DEOTTO, Patrizia
2011-01-01

Abstract

La Puglia non fa parte degli itinerari consueti dei viaggiatori russi in Italia; le prime testimonianze scritte risalgono alla fine del Seicento e sono indicative della particolare connotazione che assume il viaggio dei russi in Puglia. E’ soprattutto il viaggio del devoto, che raggiunge Bari per venerare le reliquie di S. Nicola, e se si spinge a visitare altri luoghi è sempre per motivazioni religiose. Ai primi del Novecento l’approccio alla città pugliese si diversifica: se da un lato Bari è diventata meta irrinunciabile per i fedeli ortodossi che di ritorno da Gerusalemme fanno tappa nella città pugliese prima di raggiungere Roma, dall’altro comincia ad essere considerata una delle possibili tappe turistiche italiane. Il definitivo ingresso di Bari e della regione circostante nella mappa degli itinerari culturali dei russi in Italia si deve a Pavel Muratov che nell’estate del 1924 decide di intraprendere un viaggio in Puglia insieme a Teodoro Brenson (e non con Rakickij come scrive Berberova nel Corsivo è mio) e Maksim Peškov, immortalati rispettivamente nelle figure del pittore e del motociclista. Teodoro Brenson, pittore di origine lettone, dedica a questo viaggio quattordici acqueforti, La serie delle Puglie (1924), con le quali illustra nel 1928 il suo resoconto di viaggio, Voyages à travers la Pouille (Notes d’un peintre), pubblicato in francese. Nell’articolo si dimostra che i tre testi, intesi nel senso semiotico del termine: le due narrazioni e i disegni, possano essere letti come tre parti di unico testo in cui si compenetrano punti di vista diversi. Ad accomunare le diverse memorie di viaggio è un’aspettativa comune nell’approccio ai luoghi visitati: la ricerca di una conferma all’immagine di un’ Italia sognata, che la Puglia non disattende. La vita si svolge per lo più secondo ritmi antichi e la bellezza delle città e dei paesaggi offre un rifugio consolatorio agli affanni di quel periodo difficile, dovuto alla condizione di esuli dello scrittore e del pittore. Tuttavia al rientro in Campania l’immagine dell’Italia idealizzata, celebrata da Muratov in Obrazy Italii, viene compromessa da descrizioni che registrano aspetti disarmonici, la malaria imperversa a Battipaglia e il lungomare di Salerno è sfregiato dai casermoni, e rivelano in Muratov un approccio alla penisola più realistico. Brenson al contrario affronta il viaggio nel sud della penisola con l’entusiasmo del neofita: il suo rapporto con la vita quotidiana è sempre mediato da una lettura estetica soggettiva, che ignora gli aspetti prosaici e coglie nell’esperienza appena vissuta una fonte di speranza e un’occasione di appagamento spirituale.
2011
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