Nell’opera letteraria di Giuseppe O. Longo (tre romanzi, dieci sillogi di racconti e una raccolta di drammi) si ritrovano numerosi riferimenti alla città di Trieste, vista sia nella sua realtà topografica sia come luogo ideale, sede di sensazioni dolorose, di increspature dell’anima, di trasalimenti e di mutazioni interiori. Come illustrano le ampie citazioni contenute nell’articolo, spesso i due piani, esterno e interno, si sovrappongono e s’intrecciano, generando una città trasfigurata, impregnata di una potente carica simbolica e onirica. Tutto è filtrato dalla personalità dell’autore e dalle sue ossessioni, in un travalicare continuo tra realtà e sogno, nonostante la precisione delle descrizioni. Se si vuole capire la Trieste di Longo, tanto diversa dagli stereotipi letterari della città giuliana, non ci si può limitare agli aspetti letterali, ma si deve ricercare e accettare il cumulo di implicazioni legate a sogno, eros, malattia, dolore, destino, temi intorno ai quali si dipana una sorta di ipertesto complicato e suggestivo, spesso allucinato e spiraliforme, che tenta di esplorare il mistero complesso dell'esistenza umana, in bilico tra concretezza e trascendenza, tra quotidianità e ricerca dell'assoluto. Tutto nel soffio intermittente della bora.

Trieste nella narrativa di Giuseppe O. Longo

PIRAS, TIZIANA
2011-01-01

Abstract

Nell’opera letteraria di Giuseppe O. Longo (tre romanzi, dieci sillogi di racconti e una raccolta di drammi) si ritrovano numerosi riferimenti alla città di Trieste, vista sia nella sua realtà topografica sia come luogo ideale, sede di sensazioni dolorose, di increspature dell’anima, di trasalimenti e di mutazioni interiori. Come illustrano le ampie citazioni contenute nell’articolo, spesso i due piani, esterno e interno, si sovrappongono e s’intrecciano, generando una città trasfigurata, impregnata di una potente carica simbolica e onirica. Tutto è filtrato dalla personalità dell’autore e dalle sue ossessioni, in un travalicare continuo tra realtà e sogno, nonostante la precisione delle descrizioni. Se si vuole capire la Trieste di Longo, tanto diversa dagli stereotipi letterari della città giuliana, non ci si può limitare agli aspetti letterali, ma si deve ricercare e accettare il cumulo di implicazioni legate a sogno, eros, malattia, dolore, destino, temi intorno ai quali si dipana una sorta di ipertesto complicato e suggestivo, spesso allucinato e spiraliforme, che tenta di esplorare il mistero complesso dell'esistenza umana, in bilico tra concretezza e trascendenza, tra quotidianità e ricerca dell'assoluto. Tutto nel soffio intermittente della bora.
2011
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