Il 29 dicembre 1170 fu ucciso nella cattedrale di Canterbury l’arcivescovo, primate d’Inghilterra, Tomaso Becket. Il 29 febbraio 1173 Alessandro III chiuse positivamente, e in tempi inusitatamente breve, il processo di canonizzazione. Se la cattedrale di Canterbury era divenuta immediatamente meta di pellegrinaggi per la profonda commozione nata attorno alla vicenda dell’arcivescovo, sono molte le testimonianze ad attestare che anche in Italia, come nel resto d’Europa, il culto del martire inglese si diffuse velocemente grazie allo slancio propagandistico impresso dalla Sede Apostolica, al tempo in pieno conflitto con l’impero di Federico I. Agli inizi degli anni Ottanta del secolo XII Becket venne dunque rappresentato anche ad Aquileia, sede patriarcale da sempre legata alla politica imperiale, quale simbolo della Chiesa Romana e della sua resistenza contro l’autoritarismo temporale. Si propone qui una considerazione dell’antependio aquileise effigiante Becket nel contesto della complessa situazione politica patriarchina e di una rassegna delle prime testimonianze del culto.

Tomaso Becket nella basilica di Aquileia: celebrazione o propaganda?

BOTTAZZI, MARIALUISA
2011-01-01

Abstract

Il 29 dicembre 1170 fu ucciso nella cattedrale di Canterbury l’arcivescovo, primate d’Inghilterra, Tomaso Becket. Il 29 febbraio 1173 Alessandro III chiuse positivamente, e in tempi inusitatamente breve, il processo di canonizzazione. Se la cattedrale di Canterbury era divenuta immediatamente meta di pellegrinaggi per la profonda commozione nata attorno alla vicenda dell’arcivescovo, sono molte le testimonianze ad attestare che anche in Italia, come nel resto d’Europa, il culto del martire inglese si diffuse velocemente grazie allo slancio propagandistico impresso dalla Sede Apostolica, al tempo in pieno conflitto con l’impero di Federico I. Agli inizi degli anni Ottanta del secolo XII Becket venne dunque rappresentato anche ad Aquileia, sede patriarcale da sempre legata alla politica imperiale, quale simbolo della Chiesa Romana e della sua resistenza contro l’autoritarismo temporale. Si propone qui una considerazione dell’antependio aquileise effigiante Becket nel contesto della complessa situazione politica patriarchina e di una rassegna delle prime testimonianze del culto.
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