Evitare il “rischio clinico” prevenendo i c.d. “eventi avversi” iatrogeni, tanto nel rispetto del principio bioetico di precauzione quanto in quello della riduzione del danno, è stato un obiettivo che ha assunto una rilevanza progressivamente crescente nell’ultimo decennio. La ricerca di strumenti di prevenzione si è imperniata attorno alla idea che la responsabilità di tali eventi non fosse da attribuire tanto all’errore di un singolo individuo quanto piuttosto ad errori e falle organizzative e logistiche del “sistema”. Tuttavia dalle analisi critiche delle strategie di gestione del rischio tuttora impiegate appare evidente come, nonostante le imponenti risorse applicate, i risultati siano piuttosto modesti se confrontati con gli auspici. Sembrano essere responsabili di tale fallimento da un lato le difficoltà di motivazione dei team clinici, in assenza di un adeguato confronto crociato fra strutture sanitarie, e l’impropria acquisizione di metodiche di analisi e prevenzione del rischio da realtà troppo diverse dal complesso ambito della Salute Pubblica. D’altro canto trascurare l’importanza di un sistematico controllo degli errori diagnostici rispetto a quanto accade per le carenze, più facilmente evidenziabili, del sistema organizzativo sembra altresì discutibile alla luce dei più recenti studi internazionali. In tal senso la Medicina Legale, con l’esperienza maturata nel contesto dei casi di responsabilità professionale, risulta certamente accreditata per una collaborazione alla futura gestione di un risk management incentrato, diversamente da quanto accade oggi, sulle strategie di prevenzione dell’errore diagnostico.

Il Clinical Risk Management oggi: dal sistema alla persona. Aspetti medico-legali

SCORRETTI, CARLO
2011-01-01

Abstract

Evitare il “rischio clinico” prevenendo i c.d. “eventi avversi” iatrogeni, tanto nel rispetto del principio bioetico di precauzione quanto in quello della riduzione del danno, è stato un obiettivo che ha assunto una rilevanza progressivamente crescente nell’ultimo decennio. La ricerca di strumenti di prevenzione si è imperniata attorno alla idea che la responsabilità di tali eventi non fosse da attribuire tanto all’errore di un singolo individuo quanto piuttosto ad errori e falle organizzative e logistiche del “sistema”. Tuttavia dalle analisi critiche delle strategie di gestione del rischio tuttora impiegate appare evidente come, nonostante le imponenti risorse applicate, i risultati siano piuttosto modesti se confrontati con gli auspici. Sembrano essere responsabili di tale fallimento da un lato le difficoltà di motivazione dei team clinici, in assenza di un adeguato confronto crociato fra strutture sanitarie, e l’impropria acquisizione di metodiche di analisi e prevenzione del rischio da realtà troppo diverse dal complesso ambito della Salute Pubblica. D’altro canto trascurare l’importanza di un sistematico controllo degli errori diagnostici rispetto a quanto accade per le carenze, più facilmente evidenziabili, del sistema organizzativo sembra altresì discutibile alla luce dei più recenti studi internazionali. In tal senso la Medicina Legale, con l’esperienza maturata nel contesto dei casi di responsabilità professionale, risulta certamente accreditata per una collaborazione alla futura gestione di un risk management incentrato, diversamente da quanto accade oggi, sulle strategie di prevenzione dell’errore diagnostico.
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