All’inizio del secondo millennio “costruire nel costruito” sembra essere la condizione progettuale prevalente per gli architetti e quella del Re–Cycle, tra le “strategie per l’architettura, la città e il pianeta” , quella più perseguibile. Questa nuova consapevolezza culturale, oltre a verificare la possibilità di riusare edifici abbandonati, parti degradate di città e paesaggi obsoleti, induce a sperimentare nuovi modi di abitare in cui casa e lavoro siano mondi meno separati.
Titolo: | Iconismo e “forma limite”: il riciclo come ipotesi di ricerca per l’abitare | |
Autori: | ||
Data di pubblicazione: | 2013 | |
Abstract: | All’inizio del secondo millennio “costruire nel costruito” sembra essere la condizione progettuale prevalente per gli architetti e quella del Re–Cycle, tra le “strategie per l’architettura, la città e il pianeta” , quella più perseguibile. Questa nuova consapevolezza culturale, oltre a verificare la possibilità di riusare edifici abbandonati, parti degradate di città e paesaggi obsoleti, induce a sperimentare nuovi modi di abitare in cui casa e lavoro siano mondi meno separati. | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11368/2768389 | |
ISBN: | 9788857219400 | |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in Volume (Capitolo,Saggio) |
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