Questo ventiduesimo numero del FAMagazine raccoglie contributi molto diversi tra loro: un brano estratto dall’opera di una filosofa spagnola, la recensione a un libro su una architetto italiano in Brasile, due scritti sul tema del riciclo, nell’architettura e nell’arte contemporanee, e infine due scritti che raccontano due progetti della prima metà del secolo scorso, collocati rispettivamente a Stoccolma e nel sud della Francia. Testi, luoghi e vicende tanto lontane sono legati dalla ricerca di segni comunicativi del legame dell’architettura con la terra: terra intesa come pianeta, per cui il legame è l’urgenza materiale di interventi ecologicamente sostenibili, ma terra intesa anche come grembo da cui tutto nasce, per cui il legame è con l’ancestrale, con l’originario. Le due dimensioni si fondono, perché il rispetto e il ritorno ai cicli vitali del pianeta comporta il pensare le proprie azioni non nella linea progressiva di un tempo lineare ma nella ciclicità di un tempo circolare. Il tempo circolare è quello della natura, ma anche della magia, del mito, del sacro. Il simbolico, la figurazione, l’iconico, che sono i linguaggi propri del mito e del sacro, divengono allora strumenti per il contemporaneo.
Editoriale. Rivelare e rigenerare. Simbolico iconico e figurativo in architettura.
SCAVUZZO, GIUSEPPINA
2014-01-01
Abstract
Questo ventiduesimo numero del FAMagazine raccoglie contributi molto diversi tra loro: un brano estratto dall’opera di una filosofa spagnola, la recensione a un libro su una architetto italiano in Brasile, due scritti sul tema del riciclo, nell’architettura e nell’arte contemporanee, e infine due scritti che raccontano due progetti della prima metà del secolo scorso, collocati rispettivamente a Stoccolma e nel sud della Francia. Testi, luoghi e vicende tanto lontane sono legati dalla ricerca di segni comunicativi del legame dell’architettura con la terra: terra intesa come pianeta, per cui il legame è l’urgenza materiale di interventi ecologicamente sostenibili, ma terra intesa anche come grembo da cui tutto nasce, per cui il legame è con l’ancestrale, con l’originario. Le due dimensioni si fondono, perché il rispetto e il ritorno ai cicli vitali del pianeta comporta il pensare le proprie azioni non nella linea progressiva di un tempo lineare ma nella ciclicità di un tempo circolare. Il tempo circolare è quello della natura, ma anche della magia, del mito, del sacro. Il simbolico, la figurazione, l’iconico, che sono i linguaggi propri del mito e del sacro, divengono allora strumenti per il contemporaneo.Pubblicazioni consigliate
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