La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 42350 del 2013, conferma l’orientamento espresso nel caso Unicredit, inteso ad escludere, nell’ipotesi di reato tributario commesso dal legale rappresentante dell’ente, la possibilità di applicare il sequestro per equivalente nei confronti di quest’ultimo. Tuttavia, con un’ordinanza di poco successiva, la stessa Corte ha ritenuto che, sul punto, ci si trovi ancora di fronte ad un contrasto giurisprudenziale e, di conseguenza, ha rimesso la questione alle Sezioni Unite della Corte. L’Autore, dopo aver ripercorso l’evoluzione giurisprudenziale sul tema, ritiene che la soluzione prospettata nel primo provvedimento sia quella preferibile, non solo perché maggiormente rispettosa del principio di legalità, ma anche perché più coerente con la peculiare struttura dell’illecito dell’ente.
I REATI TRIBUTARI COMMESSI DAL LEGALE RAPPRESENTANTE E LA (IM)POSSIBILITA` DI APPLICARE IL SEQUESTRO PER EQUIVALENTE NEI CONFRONTI DELL’ENTE
CARBONI, LUCA
2014-01-01
Abstract
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 42350 del 2013, conferma l’orientamento espresso nel caso Unicredit, inteso ad escludere, nell’ipotesi di reato tributario commesso dal legale rappresentante dell’ente, la possibilità di applicare il sequestro per equivalente nei confronti di quest’ultimo. Tuttavia, con un’ordinanza di poco successiva, la stessa Corte ha ritenuto che, sul punto, ci si trovi ancora di fronte ad un contrasto giurisprudenziale e, di conseguenza, ha rimesso la questione alle Sezioni Unite della Corte. L’Autore, dopo aver ripercorso l’evoluzione giurisprudenziale sul tema, ritiene che la soluzione prospettata nel primo provvedimento sia quella preferibile, non solo perché maggiormente rispettosa del principio di legalità, ma anche perché più coerente con la peculiare struttura dell’illecito dell’ente.Pubblicazioni consigliate
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