Nel contributo si discute innanzitutto il concetto di mediazione linguistica/Sprachmittlung, che negli ultimi anni è stato variamente analizzato da numerosi studiosi in riferimento a quali siano i suoi reali contenuti e, in particolare, i suoi collegamenti con la traduzione, l’interpretazione e la didattica delle lingue. Si individuano così tre posizioni nei confronti del concetto di mediazione linguistica/Sprachmittlung, che è considerato pertanto: a. come termine generale che comprende tutte le attività interlinguistiche e che è visto essenzialmente come un comportamento linguistico più che come un’attività autonoma; b. come attività autonoma che comprende anche la mediazione culturale (nel senso forte del termine) e che è esercitata in particolare da stranieri che anche aiutano i migranti in un ambiente loro estraneo da un punto di vista linguistico e culturale; 3. come una strategia vista non solo come comportamento cooperativo per facilitare la comunicazione interlinguistica, ma anche come opportunità per migliorare la propria consapevolezza linguistica. Si tematizza quindi la figura del mediatore linguistico rapportandola a tre parametri: funzione, disponibilità all’aiuto e disponibilità temporale. Si discute infine la teoria e la pratica della traduzione e dell’interpretazione valutandone l’applicabilità anche al concetto di mediazione linguistica.
Sprachmittlung/Mediazione linguistica und professionelle bzw. nicht professionelle sprachlich-kulturelle Taetigkeiten
REGA, LORENZA
2015-01-01
Abstract
Nel contributo si discute innanzitutto il concetto di mediazione linguistica/Sprachmittlung, che negli ultimi anni è stato variamente analizzato da numerosi studiosi in riferimento a quali siano i suoi reali contenuti e, in particolare, i suoi collegamenti con la traduzione, l’interpretazione e la didattica delle lingue. Si individuano così tre posizioni nei confronti del concetto di mediazione linguistica/Sprachmittlung, che è considerato pertanto: a. come termine generale che comprende tutte le attività interlinguistiche e che è visto essenzialmente come un comportamento linguistico più che come un’attività autonoma; b. come attività autonoma che comprende anche la mediazione culturale (nel senso forte del termine) e che è esercitata in particolare da stranieri che anche aiutano i migranti in un ambiente loro estraneo da un punto di vista linguistico e culturale; 3. come una strategia vista non solo come comportamento cooperativo per facilitare la comunicazione interlinguistica, ma anche come opportunità per migliorare la propria consapevolezza linguistica. Si tematizza quindi la figura del mediatore linguistico rapportandola a tre parametri: funzione, disponibilità all’aiuto e disponibilità temporale. Si discute infine la teoria e la pratica della traduzione e dell’interpretazione valutandone l’applicabilità anche al concetto di mediazione linguistica.File | Dimensione | Formato | |
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