La tesi vuole affrontare un tema che ha innovato profondamente il sistema penale italiano, introducendo un’autonoma responsabilità a carico della persona giuridica per la commissione di un reato nell’interesse o a vantaggio della stessa da parte di persone fisiche appartenenti a vario titolo alla struttura societaria. A quindici anni dall’introduzione nel nostro ordinamento del d.lgs. 231 del 2001, la tesi vuole fare un po’ il punto sull’elaborazione dogmatica e le ricadute applicative della normativa in questione, avuto particolare riguardo alla stratificazione normativa intervenuta nel corso degli anni e alle questioni a tutt’oggi rimaste controverse. Il piano della tesi prevede, in particolare, una prima parte dedicata alla responsabilità da reato delle persone giuridiche in generale, in cui si analizzerà il superamento del dogma “societas delinquere non potest”, la disputa sulla natura giuridica della responsabilità delle persone giuridiche, il campo di applicazione della normativa in esame, nonché il dispiegarsi teorico e pratico dei criteri di imputazione oggettiva e soggettiva della responsabilità prevista dal decreto legislativo n. 231 del 2001. La seconda parte è incentrata, invece, su uno dei temi cardine del decreto legislativo summenzionato: il modello di organizzazione, gestione e controllo, la cui adozione ed attuazione da parte dell'ente ha la funzione di escludere la sua responsabilità nel caso di commissione di un reato da parte di un soggetto apicale o subordinato. Tale parte si focalizzerà, pertanto, sull’analisi degli orientamenti giurisprudenziali più recenti sia in merito alla struttura che il modello di organizzazione, gestione e controllo deve avere per il riconoscimento dell’efficacia esimente, sia sul delicatissimo profilo della sindacabilità giudiziale dei modelli di organizzazione e gestione in termini di idoneità ed efficacia del modello stesso. L’elaborato, pertanto, si prefigge lo scopo di dare una risposta alle innumerevoli questioni applicative poste sia dalla struttura del modello di organizzazione e gestione, così come prevista (o, meglio, non prevista) dal decreto legislativo n. 231 del 2001, sia dalla discrezionale valutazione che il giudice compie in termini di idoneità ed efficacia del modello al fine del riconoscimento della sua efficacia esimente.
Modelli organizzativi ex d.lgs. 231/2001: quindici anni di sviluppi legislativi e giurisprudenziali / Perini, Sara. - (2016 Apr 15).
Modelli organizzativi ex d.lgs. 231/2001: quindici anni di sviluppi legislativi e giurisprudenziali
PERINI, SARA
2016-04-15
Abstract
La tesi vuole affrontare un tema che ha innovato profondamente il sistema penale italiano, introducendo un’autonoma responsabilità a carico della persona giuridica per la commissione di un reato nell’interesse o a vantaggio della stessa da parte di persone fisiche appartenenti a vario titolo alla struttura societaria. A quindici anni dall’introduzione nel nostro ordinamento del d.lgs. 231 del 2001, la tesi vuole fare un po’ il punto sull’elaborazione dogmatica e le ricadute applicative della normativa in questione, avuto particolare riguardo alla stratificazione normativa intervenuta nel corso degli anni e alle questioni a tutt’oggi rimaste controverse. Il piano della tesi prevede, in particolare, una prima parte dedicata alla responsabilità da reato delle persone giuridiche in generale, in cui si analizzerà il superamento del dogma “societas delinquere non potest”, la disputa sulla natura giuridica della responsabilità delle persone giuridiche, il campo di applicazione della normativa in esame, nonché il dispiegarsi teorico e pratico dei criteri di imputazione oggettiva e soggettiva della responsabilità prevista dal decreto legislativo n. 231 del 2001. La seconda parte è incentrata, invece, su uno dei temi cardine del decreto legislativo summenzionato: il modello di organizzazione, gestione e controllo, la cui adozione ed attuazione da parte dell'ente ha la funzione di escludere la sua responsabilità nel caso di commissione di un reato da parte di un soggetto apicale o subordinato. Tale parte si focalizzerà, pertanto, sull’analisi degli orientamenti giurisprudenziali più recenti sia in merito alla struttura che il modello di organizzazione, gestione e controllo deve avere per il riconoscimento dell’efficacia esimente, sia sul delicatissimo profilo della sindacabilità giudiziale dei modelli di organizzazione e gestione in termini di idoneità ed efficacia del modello stesso. L’elaborato, pertanto, si prefigge lo scopo di dare una risposta alle innumerevoli questioni applicative poste sia dalla struttura del modello di organizzazione e gestione, così come prevista (o, meglio, non prevista) dal decreto legislativo n. 231 del 2001, sia dalla discrezionale valutazione che il giudice compie in termini di idoneità ed efficacia del modello al fine del riconoscimento della sua efficacia esimente.File | Dimensione | Formato | |
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