Il conflitto tra produzione di cibo e produzione di energia, concettualizzato nella letteratura internazionale come food-fuel competition (Brown, 1980), ha alle spalle una robusta tradizione di studi sugli alternativi utilizzi del suolo. Si tratta, infatti, di un fenomeno molto complesso a causa della interazione tra una molteplicità di fattori interdipendenti. La pressione sulla terra è data da una serie di attività umane che vanno oltre la questione energetica: si pensi alla presenza di allevamenti intensivi (feed-food competition, Yotopoulus, 1985), al consumo di suolo derivante da nuove infrastrutture, ai fenomeni di urbanizzazione diffusa, alle attività estrattive (Carrosio, 2013). Il fattore energetico rende il quadro ancora più complesso, andando ad aggiungere un ulteriore elemento di pressione di fronte ad un equilibrio già difficile da mantenere: per questo si parla di nuova competizione per la terra (Harvey e Pilgrim, 2011), facendo riferimento ai side-effects prodotti dalla transizione energetica. Esistono due modi di affrontare il tema. Da una parte la prospettiva globale, che guarda a macro fenomeni come la domanda di cibo nel mondo, la crescita dei consumi energetici, l’esaurimento delle fonti fossili e la questione climatica: tutti fattori che determinano l’emergere di una food-fuel competition, evidente da un punto di vista logico, ma difficile da dimostrare attraverso dati certi a causa della compresenza di fattori che intervengono in questo fenomeno. Dall’altra parte la prospettiva locale, dove ogni contesto assume connotazioni e problematiche differenti e dove la competizione tra cibo ed energia può variare in intensità e qualità a seconda dei singoli casi. Le due prospettive hanno evidenti interdipendenze: i contesti locali, in un sistema agroalimentare globalizzato, sono allo stesso tempo determinati da e capaci di informare il contesto generale. Non è possibile, nell’economia di questo contributo, dare conto in modo approfondito di queste interdipendenze. Per questo motivo, l’articolo si propone di indagare la competizione tra cibo ed energia in termini generali, fornendo alcuni elementi emergenti nel dibattito internazionale, e in termini particolari, approfondendo il tema della diffusione di impianti per la produzione di energia da biogas agricolo nel Nord Italia. Pur non entrando nei fattori di interdipendenza complessa, sarà possibile mantenere una proficua relazione tra elementi generali (teorici) ed elementi particolari (empirici), consapevoli del fatto che la questione del biogas nel Nord Italia è soltanto uno dei tanti modi con i quali il conflitto tra cibo ed energia può prendere forma a livello locale.

Energia e alimentazione. Un conflitto all’orizzonte

Giovanni Carrosio
2015-01-01

Abstract

Il conflitto tra produzione di cibo e produzione di energia, concettualizzato nella letteratura internazionale come food-fuel competition (Brown, 1980), ha alle spalle una robusta tradizione di studi sugli alternativi utilizzi del suolo. Si tratta, infatti, di un fenomeno molto complesso a causa della interazione tra una molteplicità di fattori interdipendenti. La pressione sulla terra è data da una serie di attività umane che vanno oltre la questione energetica: si pensi alla presenza di allevamenti intensivi (feed-food competition, Yotopoulus, 1985), al consumo di suolo derivante da nuove infrastrutture, ai fenomeni di urbanizzazione diffusa, alle attività estrattive (Carrosio, 2013). Il fattore energetico rende il quadro ancora più complesso, andando ad aggiungere un ulteriore elemento di pressione di fronte ad un equilibrio già difficile da mantenere: per questo si parla di nuova competizione per la terra (Harvey e Pilgrim, 2011), facendo riferimento ai side-effects prodotti dalla transizione energetica. Esistono due modi di affrontare il tema. Da una parte la prospettiva globale, che guarda a macro fenomeni come la domanda di cibo nel mondo, la crescita dei consumi energetici, l’esaurimento delle fonti fossili e la questione climatica: tutti fattori che determinano l’emergere di una food-fuel competition, evidente da un punto di vista logico, ma difficile da dimostrare attraverso dati certi a causa della compresenza di fattori che intervengono in questo fenomeno. Dall’altra parte la prospettiva locale, dove ogni contesto assume connotazioni e problematiche differenti e dove la competizione tra cibo ed energia può variare in intensità e qualità a seconda dei singoli casi. Le due prospettive hanno evidenti interdipendenze: i contesti locali, in un sistema agroalimentare globalizzato, sono allo stesso tempo determinati da e capaci di informare il contesto generale. Non è possibile, nell’economia di questo contributo, dare conto in modo approfondito di queste interdipendenze. Per questo motivo, l’articolo si propone di indagare la competizione tra cibo ed energia in termini generali, fornendo alcuni elementi emergenti nel dibattito internazionale, e in termini particolari, approfondendo il tema della diffusione di impianti per la produzione di energia da biogas agricolo nel Nord Italia. Pur non entrando nei fattori di interdipendenza complessa, sarà possibile mantenere una proficua relazione tra elementi generali (teorici) ed elementi particolari (empirici), consapevoli del fatto che la questione del biogas nel Nord Italia è soltanto uno dei tanti modi con i quali il conflitto tra cibo ed energia può prendere forma a livello locale.
2015
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