In questo studio viene ricostruita la prospettiva sull’assedio di Perinto (341/0 a.C.) da parte dei politici e storiografi contemporanei all’evento. Gli osservatori del IV sec. a.C. (Demostene, Anassimene di Lampsaco, Teopompo di Chio) non consideravano questo assedio significativo esclusivamente per le vicende balcaniche, bensì, piuttosto, per gli equilibri della storia ecumenica. L’esame di Diod. XVI 75, 1-2 e Arr. Anab. II 14, 4-5 certifica come già nel IV sec. a.C., dunque a pochi anni di distanza, l’assedio non fosse affatto collocato sotto il cono d’ombra della battaglia di Cheronea, bensì sotto quello delle strategie di Filippo II contro la Persia e della diabasis di Alessandro in Asia: una scelta, questa, che, quand’anche incentivata dal successo di Alessandro nel 330 a.C., non dovrebbe però essere né automaticamente né totalmente liquidata come rilettura ‘panellenistica’ posteriore al 330, considerato che la Macedonia maturò piani antipersiani già negli anni ’40, sotto Filippo II, dunque prima della spedizione stessa di Alessandro.
 Questi dati segnalano la non casualità della scelta dell’assedio di Perinto come conclusione del libro XXX della storia universale di Eforo di Cuma, opera, anche questa, realizzata nella seconda metà del IV sec. a.C.: potrebbe essere stato Demofilo, figlio di Eforo e autore del libro XXX, a scegliere deliberatamente di terminare l’esposizione storica con questo episodio, perché sentito da lui e dai coevi come un evento-chiave per la storia ecumenica; oppure potrebbe essere già stato Eforo prima di morire a indicarlo, per le stesse ragioni, come punto d’arrivo dell’opera tutta o come conclusione di un suo libro non ancora scritto. Seguono considerazioni sul significato della conclusione nelle opere storiche di V e IV sec. a.C. relative al mondo greco - l'evento conclusivo dell'opera è scelto consapevolmente dallo storico per sottolineare l'inizio di una nuova epoca, non compresa nella narrazione storica - e sulla profonda attenzione della storia universale di Eforo per le vicende politiche contemporanee.

L'assedio di Perinto (341/0 a.C.) nella percezione dei politici e degli storici contemporanei e la conclusione delle Storie di Eforo

Giovanni Parmeggiani
2014-01-01

Abstract

In questo studio viene ricostruita la prospettiva sull’assedio di Perinto (341/0 a.C.) da parte dei politici e storiografi contemporanei all’evento. Gli osservatori del IV sec. a.C. (Demostene, Anassimene di Lampsaco, Teopompo di Chio) non consideravano questo assedio significativo esclusivamente per le vicende balcaniche, bensì, piuttosto, per gli equilibri della storia ecumenica. L’esame di Diod. XVI 75, 1-2 e Arr. Anab. II 14, 4-5 certifica come già nel IV sec. a.C., dunque a pochi anni di distanza, l’assedio non fosse affatto collocato sotto il cono d’ombra della battaglia di Cheronea, bensì sotto quello delle strategie di Filippo II contro la Persia e della diabasis di Alessandro in Asia: una scelta, questa, che, quand’anche incentivata dal successo di Alessandro nel 330 a.C., non dovrebbe però essere né automaticamente né totalmente liquidata come rilettura ‘panellenistica’ posteriore al 330, considerato che la Macedonia maturò piani antipersiani già negli anni ’40, sotto Filippo II, dunque prima della spedizione stessa di Alessandro.
 Questi dati segnalano la non casualità della scelta dell’assedio di Perinto come conclusione del libro XXX della storia universale di Eforo di Cuma, opera, anche questa, realizzata nella seconda metà del IV sec. a.C.: potrebbe essere stato Demofilo, figlio di Eforo e autore del libro XXX, a scegliere deliberatamente di terminare l’esposizione storica con questo episodio, perché sentito da lui e dai coevi come un evento-chiave per la storia ecumenica; oppure potrebbe essere già stato Eforo prima di morire a indicarlo, per le stesse ragioni, come punto d’arrivo dell’opera tutta o come conclusione di un suo libro non ancora scritto. Seguono considerazioni sul significato della conclusione nelle opere storiche di V e IV sec. a.C. relative al mondo greco - l'evento conclusivo dell'opera è scelto consapevolmente dallo storico per sottolineare l'inizio di una nuova epoca, non compresa nella narrazione storica - e sulla profonda attenzione della storia universale di Eforo per le vicende politiche contemporanee.
2014
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