La rivalutazione di una personalità come quella di Juan Ginés de Sepúlveda rientra in una serie di orientamenti storiografici che evidenziano una rinnovata attenzione verso le polemiche cinquecentesche circa la legittimità del dominio coloniale spagnolo. L’incontro con una realtà completamente nuova pose sfide diplomatiche, etiche e politiche su cui i lavori sepulvedani offrono un punto di vista rilevante. Ciò ha orientato la scelta del confronto tra due resoconti biografici, nel capitolo iniziale: i due punti di vista sulle medesime vicende possono fornire un’idea delle variazioni, in base ai momenti storici, dell’interesse verso il pensiero del cronista andaluso. Viene inoltre analizzata la corrispondenza di alcuni aspetti riguardanti la natura degli indigeni americani e le loro abitudini presenti in cronache di viaggio scritte da autori diversi e in tempi diversi, attraverso i quali sembra possibile ipotizzare il processo di formazione del concetto sepulvedano di indio. Alla luce di queste considerazioni, nel secondo capitolo vengono analizzate le influenze dottrinali sul concetto di dominio in Sepúlveda, allo scopo di sondare la connessione che risulta esserci tra l’idea di «crimini contro natura» (come sintomo di scarsità di raziocinio) e il livello di umanizzazione di un popolo. L’argomentazione intende delineare una panoramica dell’applicazione delle teorie socio-politiche di Aristotele alla realtà americana, attraverso un esame della relazione tra qualità morali e opportunità di libertà. Sepúlveda assume senza riserve l’etica aristotelica, ma a partire da essa sviluppa una peculiare visione del concetto di virtù quale capacità consapevole di discernimento come caratteristica esclusiva dell’essere umano. L’analisi inserita nell’ultimo capitolo intende mostrare come, con il passare degli anni — e in particolare dopo il 1550-51, anno di svolgimento dei lavori della junta di Valladolid —, sembra emergere in Sepúlveda una consapevolezza sempre maggiore non soltanto della multiformità delle comunità amerindie, ma anche degli aspetti discutibili delle modalità di attuazione della colonizzazione, o dei loro effetti negativi sulle popolazioni locali. L’indagine di un possibile percorso evolutivo interno al pensiero di Sepúlveda è sviluppata a partire dall’argomentazione dei vantaggi dell’interventismo, basata sul meccanismo di compensazione tra le inevitabili atrocità belliche e la necessaria «educazione all’umanità» degli indios. L’analisi degli scritti sul tema e dei principali studi critici, con il fondamentale riferimento dell’Epistolario, ha permesso di rilevare trasformazioni nella concezione sepulvedana dell’indole degli amerindi e di ipotizzarne le relative cause, nel tentativo di delineare una visione della sua meditazione differente da quella già nota.

Gradi di civilizzazione e condizioni di libertà. L’evoluzione del pensiero di Juan Ginés de Sepúlveda verso un’idea di umanità dell’indio. Niveles de civilización y condiciones de libertad. La evolución del pensamiento de Juan Ginés de Sepulveda hacia un concepto de humanidad del indio / dello Russo, Giorgia. - (2017 Dec 12).

Gradi di civilizzazione e condizioni di libertà. L’evoluzione del pensiero di Juan Ginés de Sepúlveda verso un’idea di umanità dell’indio. Niveles de civilización y condiciones de libertad. La evolución del pensamiento de Juan Ginés de Sepulveda hacia un concepto de humanidad del indio.

dello Russo, GIORGIA
2017-12-12

Abstract

La rivalutazione di una personalità come quella di Juan Ginés de Sepúlveda rientra in una serie di orientamenti storiografici che evidenziano una rinnovata attenzione verso le polemiche cinquecentesche circa la legittimità del dominio coloniale spagnolo. L’incontro con una realtà completamente nuova pose sfide diplomatiche, etiche e politiche su cui i lavori sepulvedani offrono un punto di vista rilevante. Ciò ha orientato la scelta del confronto tra due resoconti biografici, nel capitolo iniziale: i due punti di vista sulle medesime vicende possono fornire un’idea delle variazioni, in base ai momenti storici, dell’interesse verso il pensiero del cronista andaluso. Viene inoltre analizzata la corrispondenza di alcuni aspetti riguardanti la natura degli indigeni americani e le loro abitudini presenti in cronache di viaggio scritte da autori diversi e in tempi diversi, attraverso i quali sembra possibile ipotizzare il processo di formazione del concetto sepulvedano di indio. Alla luce di queste considerazioni, nel secondo capitolo vengono analizzate le influenze dottrinali sul concetto di dominio in Sepúlveda, allo scopo di sondare la connessione che risulta esserci tra l’idea di «crimini contro natura» (come sintomo di scarsità di raziocinio) e il livello di umanizzazione di un popolo. L’argomentazione intende delineare una panoramica dell’applicazione delle teorie socio-politiche di Aristotele alla realtà americana, attraverso un esame della relazione tra qualità morali e opportunità di libertà. Sepúlveda assume senza riserve l’etica aristotelica, ma a partire da essa sviluppa una peculiare visione del concetto di virtù quale capacità consapevole di discernimento come caratteristica esclusiva dell’essere umano. L’analisi inserita nell’ultimo capitolo intende mostrare come, con il passare degli anni — e in particolare dopo il 1550-51, anno di svolgimento dei lavori della junta di Valladolid —, sembra emergere in Sepúlveda una consapevolezza sempre maggiore non soltanto della multiformità delle comunità amerindie, ma anche degli aspetti discutibili delle modalità di attuazione della colonizzazione, o dei loro effetti negativi sulle popolazioni locali. L’indagine di un possibile percorso evolutivo interno al pensiero di Sepúlveda è sviluppata a partire dall’argomentazione dei vantaggi dell’interventismo, basata sul meccanismo di compensazione tra le inevitabili atrocità belliche e la necessaria «educazione all’umanità» degli indios. L’analisi degli scritti sul tema e dei principali studi critici, con il fondamentale riferimento dell’Epistolario, ha permesso di rilevare trasformazioni nella concezione sepulvedana dell’indole degli amerindi e di ipotizzarne le relative cause, nel tentativo di delineare una visione della sua meditazione differente da quella già nota.
12-dic-2017
SAVIGNANO, ARMANDO
28
2014/2015
Settore M-FIL/03 - Filosofia Morale
Università degli Studi di Trieste
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