Il saggio offre un’analisi del tempo opportuno, che irrompe come una chance di vita riuscita e così di salvezza. Questa irruzione straordinaria sospende la percezione del tempo cronologico, che si riannoderà poi al suo corso abituale arricchito dal dono di quella sospensione inattesa. La sorpresa dell’evento indeducibile appare a posteriori come un accadimento più che necessario, ma che non era né programmabile, né deducibile, e che pertanto ha le caratteristiche della grazia, del dono che supera anche il desiderio. Sono qui intrecciate le voci antiche di Platone, che evoca il tempo dell’origine, e di Paolo, che introduce l’idea di un tempo assolutamente nuovo e impellente, con quelle di due filosofi del Novecento, Benjamin e Jankélévitch. L’uno delinea il tempo kairologico come costellazione salvifica di eventi frammentari, un’occasione di trasformazione della storia nel tempo delle rivoluzioni tecnologiche; l’altro apre a un’etica dell’improvvisazione, insegnando a cogliere la grazia della secondarietà, giacché il kairós è, come vuole il mito che lo rappresenta, sfuggente e dunque inafferrabile al suo primo passaggio. Occorre allenarsi all’arrivo imprevisto, perciò ci si allena all’improvvisazione, che consente di uscire dalle spire malinconiche di ciò che è stato perduto, per ritrovarsi pronti a una nuova irruzione del tempo di grazia. The essay provides an analysis of the favourable moment (kairós), that breaks in the continuity like an opportunity of fulfillment and thus of salvation, so it is a time of grace. Here the ancient views about the Origin’s time (Plato, biblical author) have woven with the voice of Paul, who introduces the idea of an absolutely new and compelling time, and with the opinions of some thinkers of the twentieth century (Sartre, Pareyson, Benjamin, Jankélévitch, and also Bonhoeffer). These authors have thought the manifold time’s utterability as source, extension, eternity, aeon, epoch, éschaton. Consequently we can also consider the concept of time beyond the distinctions of past, present and future, until his constitutive spring. On one side kairological time is emerging as a salvific constellation of fragmentary events, as an occasion of history transformation during the technological revolutions, on the other side it ushers in an ethic of improvisation, or rather of promptness, of presence of mind. According to the myth, kairós is in fact shifty and uncatchable at his first passage. We have therefore to train to the unexpected, so as to be ready for a new irruption of the propitious moment, that is grace.
Kairós e grazia. Il tempo giusto
Alessandra Cislaghi
2018-01-01
Abstract
Il saggio offre un’analisi del tempo opportuno, che irrompe come una chance di vita riuscita e così di salvezza. Questa irruzione straordinaria sospende la percezione del tempo cronologico, che si riannoderà poi al suo corso abituale arricchito dal dono di quella sospensione inattesa. La sorpresa dell’evento indeducibile appare a posteriori come un accadimento più che necessario, ma che non era né programmabile, né deducibile, e che pertanto ha le caratteristiche della grazia, del dono che supera anche il desiderio. Sono qui intrecciate le voci antiche di Platone, che evoca il tempo dell’origine, e di Paolo, che introduce l’idea di un tempo assolutamente nuovo e impellente, con quelle di due filosofi del Novecento, Benjamin e Jankélévitch. L’uno delinea il tempo kairologico come costellazione salvifica di eventi frammentari, un’occasione di trasformazione della storia nel tempo delle rivoluzioni tecnologiche; l’altro apre a un’etica dell’improvvisazione, insegnando a cogliere la grazia della secondarietà, giacché il kairós è, come vuole il mito che lo rappresenta, sfuggente e dunque inafferrabile al suo primo passaggio. Occorre allenarsi all’arrivo imprevisto, perciò ci si allena all’improvvisazione, che consente di uscire dalle spire malinconiche di ciò che è stato perduto, per ritrovarsi pronti a una nuova irruzione del tempo di grazia. The essay provides an analysis of the favourable moment (kairós), that breaks in the continuity like an opportunity of fulfillment and thus of salvation, so it is a time of grace. Here the ancient views about the Origin’s time (Plato, biblical author) have woven with the voice of Paul, who introduces the idea of an absolutely new and compelling time, and with the opinions of some thinkers of the twentieth century (Sartre, Pareyson, Benjamin, Jankélévitch, and also Bonhoeffer). These authors have thought the manifold time’s utterability as source, extension, eternity, aeon, epoch, éschaton. Consequently we can also consider the concept of time beyond the distinctions of past, present and future, until his constitutive spring. On one side kairological time is emerging as a salvific constellation of fragmentary events, as an occasion of history transformation during the technological revolutions, on the other side it ushers in an ethic of improvisation, or rather of promptness, of presence of mind. According to the myth, kairós is in fact shifty and uncatchable at his first passage. We have therefore to train to the unexpected, so as to be ready for a new irruption of the propitious moment, that is grace.File | Dimensione | Formato | |
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