In questo contributo si propone una riflessione epistemologica riguardante la definizione della qualità di un servizio educativo per la prima infanzia. Numerose ricerche (Sylva et al., 2007; Fuller et al., 2004; McCoy et al., 2017) mettono in luce come gli indicatori strutturali e organizzativi siano condizioni necessarie, ma non sufficienti per favorire la partecipazione e l’apprendimento dei bambini e delle bambine. Al centro della valutazione di qualità si pone l’interazione educativa, in particolare nella prospettiva orientata all’inclusione delle diversità (Campbell-Barr, 2017). Nello specifico, si intende rispondere a due domande di ricerca, connesse strettamente: a) la definizione dell’unità di analisi, per ricostruire e comparare diverse strutture educative in relazione ai contesti (Hedegaard, 2012; Tobin, 2005); b) la capacità analitica dei metodi misti nella valutazione della “qualità” di un servizio educativo (Howard et al., 2018; Stipek, 2004; Sylva et al. 2011). La ri-concettualizzazione proposta da Cole (1985) della “zona di sviluppo prossimo”, come unità di analisi nella valutazione della qualità dei servizi educativi 0-6, consente la discussione della relazione tra i metodi quantitativi e quelli etnografici. Questi ultimi consentono la ricostruzione dei presupposti impliciti nelle dinamiche interazionali, in relazione ai modelli culturali di famiglie e comunità.

Integrare le analisi quantitative e le analisi etnografiche per la valutazione della qualità dei servizi educativi per l'infanzia 0-6 anni

Sorzio
2019-01-01

Abstract

In questo contributo si propone una riflessione epistemologica riguardante la definizione della qualità di un servizio educativo per la prima infanzia. Numerose ricerche (Sylva et al., 2007; Fuller et al., 2004; McCoy et al., 2017) mettono in luce come gli indicatori strutturali e organizzativi siano condizioni necessarie, ma non sufficienti per favorire la partecipazione e l’apprendimento dei bambini e delle bambine. Al centro della valutazione di qualità si pone l’interazione educativa, in particolare nella prospettiva orientata all’inclusione delle diversità (Campbell-Barr, 2017). Nello specifico, si intende rispondere a due domande di ricerca, connesse strettamente: a) la definizione dell’unità di analisi, per ricostruire e comparare diverse strutture educative in relazione ai contesti (Hedegaard, 2012; Tobin, 2005); b) la capacità analitica dei metodi misti nella valutazione della “qualità” di un servizio educativo (Howard et al., 2018; Stipek, 2004; Sylva et al. 2011). La ri-concettualizzazione proposta da Cole (1985) della “zona di sviluppo prossimo”, come unità di analisi nella valutazione della qualità dei servizi educativi 0-6, consente la discussione della relazione tra i metodi quantitativi e quelli etnografici. Questi ultimi consentono la ricostruzione dei presupposti impliciti nelle dinamiche interazionali, in relazione ai modelli culturali di famiglie e comunità.
2019
978-88-6760634-4
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