La colestasi intraepatica è una sindrome clinica e bioumorale secondaria a disturbi congeniti o acquisiti della formazione e secrezione canalicolare degli acidi biliari. Le colestasi progressive familiari intraepatiche (PFIC) rappresentano la causa di colestasi nel 10-15% dei casi e mutazioni in tre geni sono state classicamente identificate: le PFIC tipo 1 e 2, causate da mutazioni nei geni ATP8B1 e ABCB11, caratterizzate da livelli normali di GGT e la PFIC di tipo 3, causata da mutazioni nel gene ABCB4, con GGT elevate. Negli ultimi anni, le tecniche di Next Generation Sequencing hanno permesso di identificare e caratterizzare nuovi geni coinvolti nelle colestasi ereditarie sia nella forme a GGT normali (TJP2, FXR, MYO5B), che elevate (CLDN1, DCDC2). A partire da tali premesse, è stato condotto uno studio multicentrico, retrospettivo e prospettico, con l’obiettivo di arruolare pazienti affetti da colestasi e caratterizzarli fenotipicamente e genotipicamente. I pazienti sono stati studiati mediante sequenziamento dell’esoma e conferma con tecnica Sanger nei probandi e, qualora disponibili, nei genitori. Sono stati arruolati 25 pazienti con i seguenti risultati: una predominanza del sesso maschile (19/25, 76%) ed un’età mediana all’esordio di 0.8 anni (range 0 - 15.1). Il 68% dei pazienti (17/25) era di origine italiana. La durata media del follow-up è stata di 3.7 anni (range 0.1 - 25.6). Le manifestazioni cliniche all’esordio comprendevano epatomegalia (68%), ittero (57%), prurito (43%), scarsa crescita (33%), feci ipocoliche (33%) e splenomegalia (28%). Il valore mediano delle ALT era 184 U/L (range 54 - 650), della bilirubina totale e diretta rispettivamente 5.5 mg/dl e 3.2 mg/dl. Gli acidi biliari erano aumentati nell’81% dei pazienti. Una lieve predominanza delle forme a GGT elevate (64%) è stata riscontrata. La biopsia epatica, eseguita in 16/25 (64%) pazienti, mostrava un’ istologia compatibile con colestasi intraepatica nelle forme a GGT normali e con colangiopatia per le forme a GGT elevate.La terapia medica all’esordio consisteva nell’utilizzo di acido ursodesossicolico, supplementazione con vitamine liposolubili e trattamento del prurito. Quattro pazienti (16%) hanno ricevuto trapianto epatico. I risultati completi delle analisi genetiche, disponibili per 8 pazienti, hanno mostrato una prevalenza di mutazioni a carico del gene della miosina 5B (MYO5B), presenti in 6 pazienti; 2 pazienti avevano mutazioni a carico del gene ABCB4 (PFIC tipo 3), mentre per i restanti pazienti le analisi genetiche sono ancora in corso.

“STUDIO MULTICENTRICO PER LA CARATTERIZZAZIONE GENOTIPICA E FENOTIPICA DELLE COLESTASI EREDITARIE” / Matarazzo, Lorenza. - (2020 Mar 20).

“STUDIO MULTICENTRICO PER LA CARATTERIZZAZIONE GENOTIPICA E FENOTIPICA DELLE COLESTASI EREDITARIE”

MATARAZZO, LORENZA
2020-03-20

Abstract

La colestasi intraepatica è una sindrome clinica e bioumorale secondaria a disturbi congeniti o acquisiti della formazione e secrezione canalicolare degli acidi biliari. Le colestasi progressive familiari intraepatiche (PFIC) rappresentano la causa di colestasi nel 10-15% dei casi e mutazioni in tre geni sono state classicamente identificate: le PFIC tipo 1 e 2, causate da mutazioni nei geni ATP8B1 e ABCB11, caratterizzate da livelli normali di GGT e la PFIC di tipo 3, causata da mutazioni nel gene ABCB4, con GGT elevate. Negli ultimi anni, le tecniche di Next Generation Sequencing hanno permesso di identificare e caratterizzare nuovi geni coinvolti nelle colestasi ereditarie sia nella forme a GGT normali (TJP2, FXR, MYO5B), che elevate (CLDN1, DCDC2). A partire da tali premesse, è stato condotto uno studio multicentrico, retrospettivo e prospettico, con l’obiettivo di arruolare pazienti affetti da colestasi e caratterizzarli fenotipicamente e genotipicamente. I pazienti sono stati studiati mediante sequenziamento dell’esoma e conferma con tecnica Sanger nei probandi e, qualora disponibili, nei genitori. Sono stati arruolati 25 pazienti con i seguenti risultati: una predominanza del sesso maschile (19/25, 76%) ed un’età mediana all’esordio di 0.8 anni (range 0 - 15.1). Il 68% dei pazienti (17/25) era di origine italiana. La durata media del follow-up è stata di 3.7 anni (range 0.1 - 25.6). Le manifestazioni cliniche all’esordio comprendevano epatomegalia (68%), ittero (57%), prurito (43%), scarsa crescita (33%), feci ipocoliche (33%) e splenomegalia (28%). Il valore mediano delle ALT era 184 U/L (range 54 - 650), della bilirubina totale e diretta rispettivamente 5.5 mg/dl e 3.2 mg/dl. Gli acidi biliari erano aumentati nell’81% dei pazienti. Una lieve predominanza delle forme a GGT elevate (64%) è stata riscontrata. La biopsia epatica, eseguita in 16/25 (64%) pazienti, mostrava un’ istologia compatibile con colestasi intraepatica nelle forme a GGT normali e con colangiopatia per le forme a GGT elevate.La terapia medica all’esordio consisteva nell’utilizzo di acido ursodesossicolico, supplementazione con vitamine liposolubili e trattamento del prurito. Quattro pazienti (16%) hanno ricevuto trapianto epatico. I risultati completi delle analisi genetiche, disponibili per 8 pazienti, hanno mostrato una prevalenza di mutazioni a carico del gene della miosina 5B (MYO5B), presenti in 6 pazienti; 2 pazienti avevano mutazioni a carico del gene ABCB4 (PFIC tipo 3), mentre per i restanti pazienti le analisi genetiche sono ancora in corso.
20-mar-2020
D'ADAMO, ADAMO PIO
32
2018/2019
Settore MED/38 - Pediatria Generale e Specialistica
Università degli Studi di Trieste
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