La percezione di attraversare un’epoca di crisi accompagna la coscienza contemporanea, ma quali sono i punti di maggiore fragilità antropologica e come rilevarli? Mettere a fuoco le fatiche più caratteristiche di una cultura è il primo passo per interrogarsi con maggiore efficacia sui modi per farvi fronte. Il saggio offre una prospettiva di analisi delle sfide poste dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale, interrogandosi sulle ragioni del fascino che la disponibilità di algoritmi sempre più sofisticati esercita sulla coscienza contemporanea. Ne emerge una condizione umana che se da una parte si caratterizza per la rivendicazione dell’originalità individuale, dall’altro soffre di una crescente insicurezza rispetto ai processi decisionali e alla possibilità di rispondere del proprio operato, in particolare dei propri errori e fallimenti. Una sotterranea ricerca di infallibilità alimenta grandi aspettative rispetto ai benefici del ricorso alle “macchine pensanti”, ma rischia di indebolire ulteriormente la capacità di scelta personale e di consegnare la vita ai soli criteri di efficienza ed efficacia. Recuperare l’arte del discernimento e le pratiche di iniziazione, accompagnamento ed esercitazione a sostegno della maturazione della virtù della prudenza potrebbe essere uno dei compiti più urgenti, a cui la tradizione del pensiero cristiano e le comunità ecclesiali potrebbero dare un apporto insostituibile nel quadro della cultura occidentale.

Fiducia nell'algoritmo, sfiducia nell'umano? La sfida del discernimento nell'epoca dei robot

Giovanni Grandi
2019-01-01

Abstract

La percezione di attraversare un’epoca di crisi accompagna la coscienza contemporanea, ma quali sono i punti di maggiore fragilità antropologica e come rilevarli? Mettere a fuoco le fatiche più caratteristiche di una cultura è il primo passo per interrogarsi con maggiore efficacia sui modi per farvi fronte. Il saggio offre una prospettiva di analisi delle sfide poste dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale, interrogandosi sulle ragioni del fascino che la disponibilità di algoritmi sempre più sofisticati esercita sulla coscienza contemporanea. Ne emerge una condizione umana che se da una parte si caratterizza per la rivendicazione dell’originalità individuale, dall’altro soffre di una crescente insicurezza rispetto ai processi decisionali e alla possibilità di rispondere del proprio operato, in particolare dei propri errori e fallimenti. Una sotterranea ricerca di infallibilità alimenta grandi aspettative rispetto ai benefici del ricorso alle “macchine pensanti”, ma rischia di indebolire ulteriormente la capacità di scelta personale e di consegnare la vita ai soli criteri di efficienza ed efficacia. Recuperare l’arte del discernimento e le pratiche di iniziazione, accompagnamento ed esercitazione a sostegno della maturazione della virtù della prudenza potrebbe essere uno dei compiti più urgenti, a cui la tradizione del pensiero cristiano e le comunità ecclesiali potrebbero dare un apporto insostituibile nel quadro della cultura occidentale.
2019
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