Razionale EXPO 2015 affronta un bisogno primario per l’essere umano: “nutrire il pianeta; energia per la vita”. Per le ripercussioni globali a breve-medio termine è una importante occasione di confronto nazionale e internazionale. La problematica dovrebbe essere affrontata in modo razionale, chiaro e, soprattutto, ampiamente compartecipato dall’opinione pubblica. Dato per scontato che il primo nutrimento è l’ossigeno, l’assunto è che la composizione e non solo la qualità del cibo ingerito siano indispensabili per stabilire la porzione e la frequenza di consumo. Il primo aspetto da fare emergere dovrebbe pertanto riguardare le caratteristiche della corretta nutrizione e le modalità per ottenerla, considerando che il comportamento alimentare è la risultante di una complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e l’ambiente in cui si vive. Cibo in quantità suf#ciente, sicuro e in grado di fornire il giusto apporto nutrizionale sono le condizioni per mantenere la salute e avere una vita attiva (World Food Summit del 1996). Mentre la Commissione Europea propone un aggiornamento dei Regolamenti a garanzia della sicurezza alimentare con una rinnovata attenzione alla prevenzione e alle ricadute ecologiche dell’alimentazione, le Agenzie Internazionali (OMS, FAO, UE) sottolineano la necessità di porre la giusta attenzione agli aspetti nutrizionali dell’alimentazione e alle sue conseguenze in termini di salute. Sulla scelta al consumo le tre priorità emergenti sono: 1. ricerca del benessere e salute. L’equazione “mangiare bene-stare bene”, sempre più percepita dalla popolazione, necessita di chiarimenti sui rapporti tra sano e naturale, sano e industriale, sano e biologico (più di 700 milioni di euro in Italia nel 2014 per prodotti bio), sano ed eco-friendly; 2. attenzione all’ambiente e alla sostenibilità; 3. criteri etici nella scelta dei prodotti. La visione globale della problematica risulta estremamente complessa, richiedendo una pianificazione a 360° che va oltre il mero ambito sanitario. Imprescindibile alla sua realizzazione, specie a livello nazionale, l’esistenza di un “Sistema Paese” di fatto coeso. Se nutrire l’individuo è lo scopo principale del cibo, dovrebbero risultare de#nite le priorità/emergenze nutrizionali da affrontare su scala nazionale e internazionale per poter rendere efficaci i modelli d’intervento sia di tipo preventivo sia terapeutico e di piani#cazione agro-alimentare per le popolazioni. Purtroppo, le politiche d’intervento attivate nei vari Paesi dimostrano ancora impostazioni fortemente settoriali e in parte condizionate da interessi economico-finanziari. Una constatazione risulta evidente: l’incomprensibile inadeguato investimento strategico in nutrizione clinica e preventiva nell’ambito della politica sanitaria nazionale. E a maggior ragione, alla luce dei grandi cambiamenti demografici avvenuti in tutti i Paesi del mondo: invecchiamento della popolazione, aumento degli adolescenti, specie nei Paesi in via di sviluppo, migrazioni. Ciò ha modificato prevalenza e incidenza delle patologie cronico degenerative, che richiedono un numero crescente d’interventi riabilitativi, specie in relazione alla malnutrizione per eccesso e difetto (calorico-proteica e/o in micronutrienti). Una evidenziazione delle criticità condivisa dai tecnici del settore, nel rispetto della necessaria multidisciplinarietà, risulta pertanto quanto mai necessaria per un serio raffronto, anche a livello internazionale, su problematiche comuni. La “pesatura” delle stesse, sulla base di criteri quantitativi assoluti, rende oggettiva e trasparente all’opinione pubblica e ai policy maker la possibile e ottimale allocazione delle risorse necessarie per contrastarle. Il manifesto delle criticità in nutrizione clinica e preventiva: • faciliterà la riflessione dei cittadini italiani, sottoposti a una eccessiva e costante pressione mediatica – prevalentemente a fini commerciali – su tali argomenti, fonte di crescente confusione e insicurezza circa i comportamenti da seguire. Non bisognerebbe lasciarsi sfuggire l’opportunità di un’ampia ri*essione di carattere scientifico, che possa portare all’attenzione di un pubblico globale temi che sono centrali per l’intera Comunità Internazionale non solo per la durata di Expo 2015; • potrà fungere da strumento operativo d’indirizzo istituzionale per un intervallo temporale di almeno quattro anni, necessario per una ef#cace pianificazione degli interventi. Il documento non è una linea-guida o un decalogo di nobili propositi, ma una analisi oggettiva corredata di azioni strategiche fattibili e auspichiamo vincolanti. Deve aumentare il convincimento che le problematiche nutrizionali (per lo più connesse alla patologia cronica), non sono risolvibili con soli interventi sanitari, ma richiede un cambio di orientamento culturale a livello produttivo, distributivo e di consumo. In questa operazione risulta evidente la centralità del Ministero della Salute e in particolare della Direzione Generale della Igiene e Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione, per un’eventuale revisione delle politiche in materia (tramite strumenti quali linee-guida, LEA, PSN, ecc.) e ricadute in ambito nazionale (politiche regionali in materia sanitaria dedicate alla nutrizione) e internazionale.

Manifesto delle criticità in Nutrizione clinica e preventiva: Le prime dieci sfide Italiane (2015-2018)

Biolo, G.;
2015-01-01

Abstract

Razionale EXPO 2015 affronta un bisogno primario per l’essere umano: “nutrire il pianeta; energia per la vita”. Per le ripercussioni globali a breve-medio termine è una importante occasione di confronto nazionale e internazionale. La problematica dovrebbe essere affrontata in modo razionale, chiaro e, soprattutto, ampiamente compartecipato dall’opinione pubblica. Dato per scontato che il primo nutrimento è l’ossigeno, l’assunto è che la composizione e non solo la qualità del cibo ingerito siano indispensabili per stabilire la porzione e la frequenza di consumo. Il primo aspetto da fare emergere dovrebbe pertanto riguardare le caratteristiche della corretta nutrizione e le modalità per ottenerla, considerando che il comportamento alimentare è la risultante di una complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e l’ambiente in cui si vive. Cibo in quantità suf#ciente, sicuro e in grado di fornire il giusto apporto nutrizionale sono le condizioni per mantenere la salute e avere una vita attiva (World Food Summit del 1996). Mentre la Commissione Europea propone un aggiornamento dei Regolamenti a garanzia della sicurezza alimentare con una rinnovata attenzione alla prevenzione e alle ricadute ecologiche dell’alimentazione, le Agenzie Internazionali (OMS, FAO, UE) sottolineano la necessità di porre la giusta attenzione agli aspetti nutrizionali dell’alimentazione e alle sue conseguenze in termini di salute. Sulla scelta al consumo le tre priorità emergenti sono: 1. ricerca del benessere e salute. L’equazione “mangiare bene-stare bene”, sempre più percepita dalla popolazione, necessita di chiarimenti sui rapporti tra sano e naturale, sano e industriale, sano e biologico (più di 700 milioni di euro in Italia nel 2014 per prodotti bio), sano ed eco-friendly; 2. attenzione all’ambiente e alla sostenibilità; 3. criteri etici nella scelta dei prodotti. La visione globale della problematica risulta estremamente complessa, richiedendo una pianificazione a 360° che va oltre il mero ambito sanitario. Imprescindibile alla sua realizzazione, specie a livello nazionale, l’esistenza di un “Sistema Paese” di fatto coeso. Se nutrire l’individuo è lo scopo principale del cibo, dovrebbero risultare de#nite le priorità/emergenze nutrizionali da affrontare su scala nazionale e internazionale per poter rendere efficaci i modelli d’intervento sia di tipo preventivo sia terapeutico e di piani#cazione agro-alimentare per le popolazioni. Purtroppo, le politiche d’intervento attivate nei vari Paesi dimostrano ancora impostazioni fortemente settoriali e in parte condizionate da interessi economico-finanziari. Una constatazione risulta evidente: l’incomprensibile inadeguato investimento strategico in nutrizione clinica e preventiva nell’ambito della politica sanitaria nazionale. E a maggior ragione, alla luce dei grandi cambiamenti demografici avvenuti in tutti i Paesi del mondo: invecchiamento della popolazione, aumento degli adolescenti, specie nei Paesi in via di sviluppo, migrazioni. Ciò ha modificato prevalenza e incidenza delle patologie cronico degenerative, che richiedono un numero crescente d’interventi riabilitativi, specie in relazione alla malnutrizione per eccesso e difetto (calorico-proteica e/o in micronutrienti). Una evidenziazione delle criticità condivisa dai tecnici del settore, nel rispetto della necessaria multidisciplinarietà, risulta pertanto quanto mai necessaria per un serio raffronto, anche a livello internazionale, su problematiche comuni. La “pesatura” delle stesse, sulla base di criteri quantitativi assoluti, rende oggettiva e trasparente all’opinione pubblica e ai policy maker la possibile e ottimale allocazione delle risorse necessarie per contrastarle. Il manifesto delle criticità in nutrizione clinica e preventiva: • faciliterà la riflessione dei cittadini italiani, sottoposti a una eccessiva e costante pressione mediatica – prevalentemente a fini commerciali – su tali argomenti, fonte di crescente confusione e insicurezza circa i comportamenti da seguire. Non bisognerebbe lasciarsi sfuggire l’opportunità di un’ampia ri*essione di carattere scientifico, che possa portare all’attenzione di un pubblico globale temi che sono centrali per l’intera Comunità Internazionale non solo per la durata di Expo 2015; • potrà fungere da strumento operativo d’indirizzo istituzionale per un intervallo temporale di almeno quattro anni, necessario per una ef#cace pianificazione degli interventi. Il documento non è una linea-guida o un decalogo di nobili propositi, ma una analisi oggettiva corredata di azioni strategiche fattibili e auspichiamo vincolanti. Deve aumentare il convincimento che le problematiche nutrizionali (per lo più connesse alla patologia cronica), non sono risolvibili con soli interventi sanitari, ma richiede un cambio di orientamento culturale a livello produttivo, distributivo e di consumo. In questa operazione risulta evidente la centralità del Ministero della Salute e in particolare della Direzione Generale della Igiene e Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione, per un’eventuale revisione delle politiche in materia (tramite strumenti quali linee-guida, LEA, PSN, ecc.) e ricadute in ambito nazionale (politiche regionali in materia sanitaria dedicate alla nutrizione) e internazionale.
2015
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