A conclusione del percorso di ricerca riteniamo utile raccoglierne gli esiti, arricchiti dai contributi maturati attraverso il confronto con diversi interlocutori le cui esperienze e punti di vista sono restituiti nei saggi di questo volume. Per argomentare alcuni dei temi più attuali, abbiamo scelto di proporre una sintesi in forma di Manifesto, articolato in sette punti, con l’auspicio di chiarire assunti riguardo alle forme di regolazione e al ruolo possibile degli standard urbanistici. Il Manifesto muove dalla convinzione che non sia necessaria una riscrittura della norma nazionale, la cui semplicità ha consentito e consentirà ancora di accogliere le innovazioni che si rendono necessarie per la sua applicazione concreta. Su questi ultimi aspetti, peraltro, le regioni sono già da tempo intervenute, e potranno nel prossimo futuro giocare un ruolo significativo nell’ampliare e ridefinire il campo operativo degli standard. La dotazione di aree a standard può continuare a essere generalmente quantificata così come definito dal decreto interministeriale 1444/1968, la- sciando alle amministrazioni regionali il compito di articolare, differenziare e incrementare i parametri stabiliti a livello nazionale, di specificarne l’eventuale sovrapposizione con altre dotazioni a carattere ecologico o ambientale, di apportare ulteriori indicazioni nella forma di indirizzi e prestazioni di progetto.
Manifesto. Sette punti
Elena Marchigiani
;Sara Basso
;
2021-01-01
Abstract
A conclusione del percorso di ricerca riteniamo utile raccoglierne gli esiti, arricchiti dai contributi maturati attraverso il confronto con diversi interlocutori le cui esperienze e punti di vista sono restituiti nei saggi di questo volume. Per argomentare alcuni dei temi più attuali, abbiamo scelto di proporre una sintesi in forma di Manifesto, articolato in sette punti, con l’auspicio di chiarire assunti riguardo alle forme di regolazione e al ruolo possibile degli standard urbanistici. Il Manifesto muove dalla convinzione che non sia necessaria una riscrittura della norma nazionale, la cui semplicità ha consentito e consentirà ancora di accogliere le innovazioni che si rendono necessarie per la sua applicazione concreta. Su questi ultimi aspetti, peraltro, le regioni sono già da tempo intervenute, e potranno nel prossimo futuro giocare un ruolo significativo nell’ampliare e ridefinire il campo operativo degli standard. La dotazione di aree a standard può continuare a essere generalmente quantificata così come definito dal decreto interministeriale 1444/1968, la- sciando alle amministrazioni regionali il compito di articolare, differenziare e incrementare i parametri stabiliti a livello nazionale, di specificarne l’eventuale sovrapposizione con altre dotazioni a carattere ecologico o ambientale, di apportare ulteriori indicazioni nella forma di indirizzi e prestazioni di progetto.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Manifesto.pdf
Accesso chiuso
Tipologia:
Bozza finale post-referaggio (post-print)
Licenza:
Digital Rights Management non definito
Dimensione
1.01 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.01 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
Sette punti.pdf
Accesso chiuso
Tipologia:
Documento in Versione Editoriale
Licenza:
Copyright Editore
Dimensione
1.88 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.88 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.