Questa tesi indaga la complessa interazione tra il concetto di diritti umani e la politica di cooperazione allo sviluppo della Comunità Europea (CE) negli anni Settanta. Avvalendosi di materiale archivistico in parte inedito, questa ricerca offre una ricostruzione originale sui diversi passaggi che videro i diritti umani avvicinarsi, intersecarsi e infine allontanarsi dalla politica comunitaria di sviluppo in un decennio interpretato dalla storiografia come importante periodo di svolta nella storia dei diritti umani. La presente analisi considera l’arco temporale tra il 1968 e il 1979. Nel 1968 la conferenza delle Nazioni Unite di Teheran ebbe un essenziale impatto sulla definizione del concetto di diritti umani in correlazione alla questione dello sviluppo. Il 1979, invece, fu l’anno in cui la CE ebbe la possibilità di rinnovare alcuni dei tratti della sua politica di sviluppo e decretò di non includere i diritti umani in quel contesto. Più nel dettaglio, questo lavoro si articola sulla base di tre snodi temporali: il 1968-1972, il 1973-1975 e il 1976-1979. Tale distinzione permette innanzitutto di mettere in evidenza lo spazio che fu riservato ai diritti umani nella progettazione politica della CE; delineare i diversi significati interpretativi che furono attribuiti al concetto di diritti umani da parte della CE; e illustrare il percorso che portò infine all’esclusione dei diritti umani dagli schemi comunitari di assistenza. Se nel primo e nel secondo periodo i diritti umani non trovarono collocazione nella politica comunitaria di sviluppo, nella terza fase essi cominciarono a essere presi in considerazione grazie al dialogo tra le istituzioni della CE – in particolare il Parlamento europeo – con alcune ONG e con il Congresso statunitense. Tuttavia, quando alla fine del decennio la CE si trovò a dover decidere le condizioni per la concessione di aiuti ai paesi beneficiari, i diritti umani non vennero annoverati tra esse. Su tale presa di posizione influirono i dissidi tra i paesi membri della CE così come i delicati rapporti tra la CE e i paesi destinatari di assistenza. Questo lavoro dimostra che, sebbene in alcuni momenti i diritti umani entrarono a far parte della riflessione della CE sulla propria cooperazione allo sviluppo, essi non giocarono un ruolo fondamentale nella definizione di quella linea d’azione. Pertanto, non è del tutto possibile intravvedere nella politica comunitaria di sviluppo quella riscoperta dei diritti umani che la storiografia legge negli anni Settanta.

Diritti umani e politica di sviluppo. Il caso della Comunità Europea (1968-1979) / Zamburlini, Ilaria. - (2019 Mar 29).

Diritti umani e politica di sviluppo. Il caso della Comunità Europea (1968-1979).

ZAMBURLINI, ILARIA
2019-03-29

Abstract

Questa tesi indaga la complessa interazione tra il concetto di diritti umani e la politica di cooperazione allo sviluppo della Comunità Europea (CE) negli anni Settanta. Avvalendosi di materiale archivistico in parte inedito, questa ricerca offre una ricostruzione originale sui diversi passaggi che videro i diritti umani avvicinarsi, intersecarsi e infine allontanarsi dalla politica comunitaria di sviluppo in un decennio interpretato dalla storiografia come importante periodo di svolta nella storia dei diritti umani. La presente analisi considera l’arco temporale tra il 1968 e il 1979. Nel 1968 la conferenza delle Nazioni Unite di Teheran ebbe un essenziale impatto sulla definizione del concetto di diritti umani in correlazione alla questione dello sviluppo. Il 1979, invece, fu l’anno in cui la CE ebbe la possibilità di rinnovare alcuni dei tratti della sua politica di sviluppo e decretò di non includere i diritti umani in quel contesto. Più nel dettaglio, questo lavoro si articola sulla base di tre snodi temporali: il 1968-1972, il 1973-1975 e il 1976-1979. Tale distinzione permette innanzitutto di mettere in evidenza lo spazio che fu riservato ai diritti umani nella progettazione politica della CE; delineare i diversi significati interpretativi che furono attribuiti al concetto di diritti umani da parte della CE; e illustrare il percorso che portò infine all’esclusione dei diritti umani dagli schemi comunitari di assistenza. Se nel primo e nel secondo periodo i diritti umani non trovarono collocazione nella politica comunitaria di sviluppo, nella terza fase essi cominciarono a essere presi in considerazione grazie al dialogo tra le istituzioni della CE – in particolare il Parlamento europeo – con alcune ONG e con il Congresso statunitense. Tuttavia, quando alla fine del decennio la CE si trovò a dover decidere le condizioni per la concessione di aiuti ai paesi beneficiari, i diritti umani non vennero annoverati tra esse. Su tale presa di posizione influirono i dissidi tra i paesi membri della CE così come i delicati rapporti tra la CE e i paesi destinatari di assistenza. Questo lavoro dimostra che, sebbene in alcuni momenti i diritti umani entrarono a far parte della riflessione della CE sulla propria cooperazione allo sviluppo, essi non giocarono un ruolo fondamentale nella definizione di quella linea d’azione. Pertanto, non è del tutto possibile intravvedere nella politica comunitaria di sviluppo quella riscoperta dei diritti umani che la storiografia legge negli anni Settanta.
29-mar-2019
VEZZOSI, ELISABETTA
31
2017/2018
Settore M-STO/04 - Storia Contemporanea
Università degli Studi di Trieste
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Descrizione: Tesi_PhD_Zamburlini_Ilaria
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