Introducendo i temi della sezione della rivista "Il progetto della città dei 15 minuti" a cura di Elena Marchigiani (pp. 7-52), l’articolo propone una presa di distanza da interpretazioni della ‘città dei 15 minuti’ come un modello automaticamente in grado di migliorare le prestazioni urbane. Un suo punto di forza è la capacità di portare a sintesi molte questioni oggi in agenda, in risposta alle crisi pandemica e ambientale: prossimità, mobilità dolce e accessibilità degli spazi dell’abitare, del lavoro e delle attrezzature pubbliche; ruolo delle tecnologie nell’avvicinare e mettere in rete risorse, persone e dotazioni; dimensioni ecologiche come leva del riassetto di formazioni insediative e stili di vita. I principi spaziali che tale modello propone non sono però del tutto nuovi; persistente è stato il riferimento, nella pratica disciplinare, all’organizzazione delle città per unità di ‘dimensione conforme’. Esperienze e riflessioni qui raccolte intendono mostrare l’uso, radicato nel tempo (e nell’urbanistica italiana), di dispositivi di progetto vicini a quelli rilanciati dalla città dei 15 minuti. L’auspicio è che questi ‘esercizi di memoria’ supportino l’utilizzo critico di un’idea, la cui traduzione presuppone il trattamento di questioni concettuali, contestuali e operative sempre più complesse e, in parte, diverse dal passato.

Il progetto della ‘città dei 15 minuti’: esercizi critici di prospettiva e di memoria

elena marchigiani
2021-01-01

Abstract

Introducendo i temi della sezione della rivista "Il progetto della città dei 15 minuti" a cura di Elena Marchigiani (pp. 7-52), l’articolo propone una presa di distanza da interpretazioni della ‘città dei 15 minuti’ come un modello automaticamente in grado di migliorare le prestazioni urbane. Un suo punto di forza è la capacità di portare a sintesi molte questioni oggi in agenda, in risposta alle crisi pandemica e ambientale: prossimità, mobilità dolce e accessibilità degli spazi dell’abitare, del lavoro e delle attrezzature pubbliche; ruolo delle tecnologie nell’avvicinare e mettere in rete risorse, persone e dotazioni; dimensioni ecologiche come leva del riassetto di formazioni insediative e stili di vita. I principi spaziali che tale modello propone non sono però del tutto nuovi; persistente è stato il riferimento, nella pratica disciplinare, all’organizzazione delle città per unità di ‘dimensione conforme’. Esperienze e riflessioni qui raccolte intendono mostrare l’uso, radicato nel tempo (e nell’urbanistica italiana), di dispositivi di progetto vicini a quelli rilanciati dalla città dei 15 minuti. L’auspicio è che questi ‘esercizi di memoria’ supportino l’utilizzo critico di un’idea, la cui traduzione presuppone il trattamento di questioni concettuali, contestuali e operative sempre più complesse e, in parte, diverse dal passato.
2021
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